E’ stato presentato questa mattina in Sala Consiglio, a Palazzo Mercanti, un protocollo d’ intesa tra il Comune di Piacenza, la Scuola Edile piacentina e l’azienda Ciesse EB srl.
Il protocollo, che ha avuto anche il sostegno della Prefettura verrà siglato nei prossimi giorni e prevede l’ impiego dei migranti in lavori socialmente utili, in particolare piccoli lavori di edilizia.
Con questo progetto, che ha avuto come spunto altre iniziative del genere già realizzate a Ponte dell’ Olio e Rivergaro, si vuole instaurare con i migranti, una sorta di rapporto di reciprocità: in cambio dell’ aiuto che viene dato, loro restituiscono qualcosa alla collettività.
Inoltre questo è un primo passo per far si che queste persone abbiano una prima formazione professionale, qualcosa da “spendere” nel mondo del lavoro, come ha detto Filippo Cella, presidente della Scuola Edile di Piacenza.
Le sue parole sono state precedute da quelle del sindaco Paolo Dosi che ha ricordato il modo responsabile con cui l’ Amministrazione comunale ha cercato di affrontare il tema sin dall’ inizio.
“Di fronte a queste sfide che non hanno precedenti – ha proseguito Dosi – e che le amministrazioni stanno affrontando con sempre maggiore frequenza, occorre prendere delle decisioni senza dare risposte semplicistiche.
Non tutti sono capaci di dare risposte, è facile dire di no, ma il compito degli amministratori locali è quello di dare queste risposte, non di girare la testa dall’ altra parte senza assumersi le proprie responsabilità. Il senso di questo progetto è appunto questo: assumersi la responsabilità, individuando soluzioni possibili tenendo conto degli interessi di tutti, dei nostri concittadini e di quanti sono arrivati in Italia non per scelta ma per necessità.
Il progetto è stato illustrato nei dettagli dall’ assessore Giorgio Cisini, che ha parlato di un’attività rivolta a una ventina di persone, con inizio tra fine maggio e inizio giugno, e che sarà preceduta da un percorso formativo della durata di due settimane circa.
Durante questa attività i migranti acquisiranno le competenze necessarie per effettuare lavori “a terra”, senza l’ utilizzo di ponteggi o piattaforme aeree, ad esempio.
I profughi saranno quindi in grado di rifare intonaci, tinteggiature o lavori di pavimentazione che si stanno perdendo col passare del tempo, come la posa a terra del porfido o dei sassi.
Queste competenze verranno concretamente messe a frutto con la risistemazione del muro di cinta dell’ asilo alla Besurica o con la ritinteggiatura dell’ autostazione di piazza Cittadella. Si pensa anche, successivamente, alla risistemazione della pavimentazione in sasso nei tratti di strada vicino alla chiesa di S. Agostino.
Il comune metterà a disposizione i materiali ma, soprattutto il cantiere, qualcosa che possa essere ristrutturato, riqualificato e che poi resti come “testimonianza” alla città, come precisa ancora Filippo Cella il quale aggiunge che “Gli allievi della Scuola Edile tirano su un muro, lo intonacano e dopo sono costretti ad abbatterlo. In questo caso, invece, si fa un’ opera che rimane”.
Soddisfazione espressa ovviamente dall’ assessore al Nuovo Welfare, Stefano Cugini: “pensiamo che la cosa peggiore per questi ragazzi sia quella di stare con le mani in mano. In attesa che a Roma o a Bruxelles prendano delle decisioni, noi ci impegniamo”.
Il viceprefetto, Roberta De Francesco, nel ringraziare l’ architetto Cristina Bianchi, della Scuola Edile piacentina, ha parlato non più di un’ “emergenza immigrazione” ma di un fatto sistemico. “E’ nostro dovere accoglierli – ha continuato De Francesco – e dobbiamo farli uscire dal nostro Paese con un titolo in mano per poter eventualmente andare in altri paesi europei”.