Il Movimento 5 Stelle apre un nuovo fronte di guerra al Comune sull'assegnazione delle case popolari. Le vibranti accuse nascono da una vicenda avvenuta nel 2013 che ha visto una piacentina di 40 anni esclusa dal bando per l'assegnazione di un alloggio, denunciata per falso, ma poi assolta con la formula: "poiché il fatto non sussiste". Tutta colpa di una errata lettura della documentazione da parte della commissione esaminatrice delle domande: in altre parole, chi doveva giudicare avrebbe letto in quei fogli una casella barrata con una "X" laddove questa in realtà non c'era. La donna fu esclusa dalla graduatoria, non potè accedere all'agognato alloggio e fu costretta a vivere mesi durissimi. Dal canto suo il Comune fece invece scattare d'ufficio la segnalazione alla procura dal momento che, prima dell'esclusione, la cittadina si era vista attribuire dei punti che non le spettavano. Dopo l'assoluzione però adesso la donna passa al contrattacco e chiede ora 6mila euro come risarcimento e danni morali. Legale e consiglieri comunali 5 stelle Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani sostengono che la donna "abbia patito un grave danno in termini economici e continua a pagare regolarmente l'affitto normale. Nonostante ciò, il Comune continua a negare l'errore". Secondo Gabbiani "potrebbero esserci altre persone nella stessa situazione". Pronta la replica dell'avvocatura comunale con la dirigente Elena Vezzulli: "La sentenza non ha riconosciuto alcuna responsabilità da parte del Comune". Non è escluso che possa scaturirne una causa civile.