Potrebbe non essere stato il moldavo Dadi Suivic a guidare l'auto rubata che lo scorso 13 novembre aveva travolto e trascinato per centinaia di metri a Pavia la consigliera comunale del Pd della città lombarda Elena Madama riducendola in fin di vita. Ora la giovane rappresentante politica sta meglio anche se è ancora ricoverata a mesi di distanza. L'altro giorno lo straniero è stato individuato e arrestato a Piacenza con l'accusa gravissima di tentato omicidio. A difenderlo c'è l'avvocato piacentino Antonino Rossi che ieri ha partecipato all'interrogatorio di garanzia di fronte al giudice per le indagini preliminari Elena Stoppini. Ed è stato proprio il legale piacentino a consigliare al suo assistito di avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa di poter essere ascoltato di nuovo alla presenza di un interprete: "Suivic ha serie difficoltà di comprensione dell'italiano" fa presente l'avvocato che vuole nel frattempo avere modo di studiare le carte a disposizione. E da quelle esaminate sinora già emerge un particolare che potrebbe gettare una luce diversa sull'arresto e dunque su tutta la vicenda: l'impronta digitale rilevata dalla Polizia scientifica sul lato guida della vettura che ha travolto e trascinato Elena Madama non corrisponde al giovane straniero arrestato. Ma non solo: "L'impronta corrisponde a quelle di un russo già identificato dalle forze di polizia" dice il legale. In buona sostanza si preannuncia una serie di accertamenti tecnici, eventualmente anche in sede di incidente probatorio, che possano far luce sulla reale dinamica di quel drammatico episodio e di conseguenza che possano chiarire in modo non equivoco le responsabilità da attribuire. Visto che si tratta di responsabilità pesantissime.