Epilogo amarissimo per la prima giornata di Expo 2015. Milano è stata messa a ferro e fuoco venerdì pomeriggio. Circa 500 antagonisti all'interno della «May Day Parade» si sono scatenati in pieno centro. Lungo il percorso la manifestazione ha lasciato molte auto incendiate. Gli antagonisti, provenienti da diversi Paesi europei, hanno anche spaccato diverse vetrine di banche, finanziarie, sportelli delle Poste ma anche negozi di alimentari e agenzie di viaggio, rotto e oscurato telecamere. In diverse occasioni i manifestanti hanno anche affrontato la polizia a distanza, lanciando bottiglie incendiarie, sassi, pezzi di cemento, oggetti vari e fumogeni. Una bomba carta è stata lanciata all’interno della pasticceria Venchi, in piazza Cadorna, incendiandola.Tra le forze del'ordine e i manifestanti tuttavia non ci sono stati momenti di contatto. Secondo quanto riferito dalla questura, nel corso degli scontri alcuni manifestanti che stavano lanciando molotov contro le forze dell'ordine o incendiando auto e danneggiando cose lungo la strada sono stati fermati. Al momento non è noto il numero delle persone portate in questura, che sarebbero tra 20 e 30. Tra le forze dell’ordine, sette carabinieri e quattro poliziotti sono stati feriti.
LA PARTECIPAZIONE ALLA CONTESTAZIONE DA PIACENZA
"Oggi da Piacenza 170 persone parteciperanno al corteo No Expo di Milano. Una massa che come movimenti sociali non riscontravamo da tanti anni nella nostra città". Inizia così la nota diramata alla redazione di Piacenza24 dal Network Antagonista piacentino. "I tre pullman sono stati messi a disposizione dal sindacato S.I.Cobas e vedono adesioni dalla galassia operaia, studentesca e di lotta per i beni comuni della nostra città. Felicitandoci per lo straordinario risultato raggiunto, che stupisce anche noi promotori, non possiamo non rilevare come vi sia stata un’impennata di adesioni negli ultimi due giorni, in coincidenza con le notizie che dai tg rimbalzavano le notizie di arresti e fermi preventivi. In particolare fra la componente operaia si è registrata una risposta di indignazione alle misure con cui il governo sperava di disinnescare la partecipazione a un evento che vuole duramente condannare le politiche sociali e del lavoro adottate negli ultimi anni in Italia. Se l’intento era di intimidire, insomma, si è ottenuto l’effetto contrario. Faremo sentire la nostra voce e porteremo i contenuti specifici del territorio piacentino, troppe volte agli onori delle cronache per un mondo del lavoro orientato a spremere i lavoratori negando loro i diritti elementari".