“Parco Provinciale, alberi tagliati senza l’autorizzazione dei proprietari”

Più di 8mila alberi tagliati per un totale di quasi 5mila quintali di legname su un'area vasta 22 ettari. Questi i numeri illustrati in aula da Giovanni Raineri, ex comandante del Nucleo investigativo del Corpo Forestale di Piacenza, ascoltato come teste dell'accusa nell'ambito della nota vicenda giudiziaria legata all'abbattimento di alberi al Parco Provinciale, nel territorio compreso tra i comuni di Lugagnano e Morfasso, che ha vissuto di fatto la prima udienza davanti al giudice monocratico Giuseppe Tibis. "Per i lavori di miglioramento su quei terreni era necessaria un'autorizzazione da parte dei proprietari dei fondi, autorizzazione di cui non abbiamo trovato riscontri nelle indagini" ha spiegato Raineri. Un'udienza affollata, partecipata e a tratti nervosa, per fatti risalenti al 2011 che fecero molto scalpore e che partirono da una serie di denunce di una cinquantina di proprietari di lotti all’interno del parco. Secondo l’impianto accusatorio, il taglio degli alberi, su cui sovrintendeva la cooperativa Parco Monastero, non era stato concordato con gli stessi proprietari dei lotti. Tre gli imputati, accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: l’ex sindaco di Morfasso Marco Rigolli, che era il vicepresidente della coop agricola Parco Monastero (difeso dall’avvocato Lorenza Dordoni), il presidente della coop Casale del Sole Luigi Oddi (difeso dagli avvocato Monica Testa e Maria Cristina Gardella) e Giuseppe Cardiaci (difeso dall’avvocato Carlo Alberto Caruso e Maria Rosa Zilli), ex presidente coop Parco Monastero. Secondo l’accusa, i tre imputati avrebbero falsificato contratti e avrebbero conferito terreni per ottenere fondi dalla Regione e non dalla Commissione europea per un ammontare di 741mila euro. Tra i primi a presentare la denuncia nel 2012 anche il sindaco di Lugagnano Jonathan Papamarenghi, chiamato anch'egli a testimoniare in aula dalla pubblica accusa. "Tutte le informazioni a disposizione – ha detto Papamarenghi – facevano capire come non ci ci fosse titolo per un intervento e dunque per la concessione di un contributo". Sulla stessa lunghezza d'onda anche la desposizione di Raineri secondo cui la cooperativa "era obbligata a comunicare al proprietario i lavori di miglioramento". Un processo che si annuncia lungo e cavilloso che avrà il compito di far emergere le eventuali responabilità individuali degli imputati. All'udienza hanno partecipato numerosi proprietari di particelle del parco.

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