Era atteso da una sala gremita Walter Veltroni, che ieri sera, venerdì 24 aprile, ha presentato al cinema Jolly di San Nicolò il suo ultimo film, "I bambini sanno". L'ex sindaco di Roma, che dall'anno scorso ha intrapreso la carriera cinematografica con la pellicola "Quando c'era Berlinguer", propone di guardare il mondo con occhi diversi, quelli dei bambini. In particolare di trentanove bambini tra i 9 e i 13 anni, dei quali il regista ha saputo cogliere le storie, le idee, i progetti, i sogni, raccontati con tanta ingenuità quanta inaspettata chiarezza e obiettività, all'interno delle loro camere da letto durante una chiacchierata con il regista stesso.
"I bambini sono quelli meno ascoltati, ma quelli più sorprendenti. Fanno ridere, piangere, pensare semplicemente dicendo il loro pensiero, il pensiero di creature che hanno vissuto 10 anni ma si sono poste grandi problemi", ha detto Veltroni ai microfoni di Radio Sound95.
E infatti il film, come solo un film con i bambini come protagonisti può fare, travolge lo spettatore con un'ondata di emozioni, tante e diversissime: gioia, malinconia, eccitazione, compassione. Delle quali, però, quella che colpisce di più è lo stupore, lo stupore di sentire parole così difficili, come omosessualità o leucemia, e discorsi "da grandi", come quello sulla crisi o sull'immigrazione, uscire dalla bocca dei più piccoli, che magari non sanno ancora leggere l'orologio ma hanno la freddezza di trattare temi come l'amore, la morte, la tolleranza, la felicità.
"I bambini hanno affrontato questi argomenti con grande naturalità, perché sono gli interrogativi che animano questa fase della loro vita. Le risposte sono sincere, naturali e molto dirette", ha continuato il regista.
Il senso della pellicola è riassunto nel suo sottotitolo, il pensiero di una delle piccole protagoniste: "Spero che lo vedano i miei genitori, così ci capiranno meglio". L'obiettivo del film è così quello di accrescere la consapevolezza di una delle problematiche più gravi della nostra societa: i bambini troppo spesso non vengono ascoltati. Nonostante questo, sono custodi di un sapere atemporale, che quasi sempre si coglie anche solo dai loro sguardi, che spiegano meglio di quanto le parole possano fare.
È da quest'idea che è nato, infatti, il titolo "I bambini sanno": "È un estrapolato da una frase di Antoine de Saint-Exupéry: . I bambini hanno una sapienza che gli deriva dalla naturalità e dalla verità del loro pensiero", ha spiegato Veltroni.
Per quanto riguarda il futuro dell'Italia e dei piccoli uomini del futuro, però, l'ottimismo del regista è apparso molto timido: "Speriamo bene e speriamo che sia come loro sognano che sia".