Settant’anni fa l’Italia veniva liberata dal nazifascismo e come ogni 25 aprile Piacenza celebra l’apice della lotta partigiana con celebrazioni solenni e omaggi ai caduti. Da Barriera Genova al Dolmen sul Corso, e poi verso piazza Cavalli: sono centinaia i piacentini che nonostante il tempo incerto hanno partecipato alla cerimonia ufficiale partita alle 10 e che avrà come seguito un’intera giornata dedicata alla memoria di uno dei giorni più importanti della storia italiana. Oratore ufficiale, quest’anno, è l’ex segretario nazionale del Partito democratico e onorevole Pierluigi Bersani, piacentino di Bettola, al centro di qualche polemica di recente perché escluso dalla festa dell’Unità di Bologna organizzata dal Pd nazionale (anche se poi il premier Matteo Renzi ha aggiustato il tiro). Bersani però non cede ai veleni e oggi, nella “sua” Piacenza, ci tiene a sottolineare quale sia per lui il messaggio del 25 Aprile in un momento storico delicato, drammatico, all’indomani della tragedia del Mediterrano con centinaia di profughi morti in mare. “Non induriamoci il cuore – ha detto – restiamo umani, non facciamoci venire in testa pensieri cattivi, reagiamo dal lato dell’uguaglianza, della solidarietà, dell’umanità”. E non è il solo, Bersani, a tracciare un parallelo tra la Resistenza e la situazione politica attuale. A ribadire l’importanza ancora oggi di combattere ogni forma di fascismo, comprese le “forze politiche che sfruttano il disagio e la disoccupazione giovanile per fomentare forme di odio che insultano l’intelligenza” e’ stato il presidente provinciale dell’Anpi in un discorso particolarmente accalorato che ha ricevuto gli applausi più convinti da parte della platea dei circa trecento presenti quest’oggi. A salire sul palco dei relatori anche il sindaco Paolo Dosi che ha voluto rendere onore a tutti i caduti della Resistenza, ribadendo come fatto ieri dal presidente della Repubblica Mattarella in un’intervista rilasciata a Repubblica, la differenza sostanziale tra chi “combatteva dalla parte della libertà e chi dalla parte dei carri piombati. Siamo chiamati – ha proseguito – a ribadire con piena consapevolezza ciò che la Resistenza significa ancora oggi. E’ importante che tutte le componenti in lotta contro l’oppressore straniera vengano riconosciute. I partigiani, ma anche i militari italiani che affiancarono i partigiani dopo l’8 settembre. In questa giornata di festa il nome di tutti i caduti viene ricordato da lapidi che ne consacrano la memoria per le generazioni future. C’e’ stato in passato il tentativo di smitizzare la resistenza. Non dobbiamo tacere i limiti della Resistenza proprio per contribuire a conservarne la memoria, ma c’e’ una differenza profonda tra chi combatteva dalla parte della libertà e chi da quella dei carri piombati. Il 25 aprile non e’ solo una data, ma un monito. Un simbolo che non dobbiamo dimenticare”.