Expo, ministro Martina: «Basta gufare». Ferrari: «Piacenza ha fatto sistema»

Ormai ci siamo: tra sette giorni si alza il sipario sul più grande evento della recente storia italiana. Parliamo dell’Expo 2015, l’esposizione mondiale che aprirà ufficialmente i battenti il primo maggio nel nuovo, immenso spazio di Rho, Milano. Ci saranno 145 Paesi di tutto il monto (mai così tanti nella storia dell’Expo) e ad oggi, e cioè a manifestazione ancora da inaugurare, sono già stati venduti più di nove milioni di biglietti: anche in questo caso, mai così tanti nella storia dell’Expo. In altre parole, sarà un evento epocale. Durerà sei mesi e si ritiene (a questo punto, a ragione) che possa portare più di venti milioni di visitatori; moltissimi dall’estero ma in numero ancora maggiore arriveranno da ogni angolo d’Italia. 

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Piacenza è pronta? Dopo mesi di lavoro frenetico, oggi si tira una riga e si fanno le somme; presentando i risultati. E lo si fa con un evento di alto livello che si pone l’obiettivo non solo di illustrare sinteticamente lo stato dell’arte e i progetti che tra una settimana, e per i sei mesi successivi, prenderanno forma, ma di andare oltre l’esposizione ragionando su quello che è stato definito il “lascito” dell’Expo sul territorio piacentino. 

I territori per l’Expo 2015 ed Expo 2015 per i territori” è il titolo della tavola rotonda che si è da poco conclusa questa sera nella sontuosa cornice della Sala dei Teatini, in centro a Piacenza, organizzata dall’Ats (Associazione temporanea di scopo) per Expo 2015 e da Unicredit. Una tavola rotonda di caratura nazionale, con gli ospiti più importanti che si potesse pensare di avere in chiave Expo: Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali con speciale delega all’Expo; Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa; Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia; Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit; e Cesare Ponti, vicepresidente di Federalimentare. A moderare, il noto giornalista Massimo Giannini, conduttore di Ballarò e già vicedirettore di Repubblica. Gli onori di casa sono stati affidati, naturalmente, a Silvio Ferrari, presidente dell’Ats e anima di tutto il lavoro piacentino svolto sino ad oggi per l’appuntamento del primo maggio e per il mezzo anno che seguirà. E’ stato proprio Ferrari a introdurre le autorità piacentine che, di fatto, rappresentano le tantissime realtà istituzionali impegnate sul fronte Expo in strettissima sinergia (mai così stretta nella storia di Piacenza, a dire il vero) con il mondo imprenditoriale e associativo. Parliamo di Paolo Dosi, sindaco di Piacenza, di Francesco Rolleri, presidente della Provincia, di Giuseppe Parenti, presidente della Camera di commercio, e di Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. 

Il leitmotiv dell’incontro è stato uno solo: l’ormai definitiva presa di coscienza dell’importanza assoluta, dell’unicità storica irripetibile di un evento come Expo per i singoli territori e per l’intero sistema Italia. Ed è su questo che ha subito puntato il ministro Maurizio Martina, sentito: «Al netto di chi gufa – ha detto – tra pochi giorni l’Italia avrà l’occasione di far vedere al mondo quanto vale. Quest’ultima settimana servirà a raccogliere le idee e le energie per iniziare un’avventura unica per tutto il territorio nazionale. Un’avventura che darà l’occasione al Paese di essere al centro del mondo su un tema di portata fondamentale a livello planetario. Parlare di nutrizione non significa solo parlare di buon cibo e di cucina, settori nei quali l’Italia primeggia, ma significa parlare di diritto al cibo, il che richiama temi delicatissimi, soprattutto in questo periodo di drammi nel Mediterraneo».

Grandi temi, dunque, all’interno dei quali i singoli territori hanno da dire la loro con eccellenze, esperienze, modelli. «Piacenza è a sistema – sottolinea Silvio Ferrari – è stato fatto tanto, Piacenza ha una presenza importante sul sito espositivo e ormai ci siamo, si parte. Ma tutto questo lavoro e quello che ancora faremo nei prossimi sei mesi vanno visti come una sorta di avvio, come un nuovo modo, una nuova cultura del lavorare insieme. Se vogliamo l’Expo è un po’ un pretesto per poi continuare a lavorare in questo modo, fare sistema e portare risultati per un territorio che ha tipicità bellissime da valorizzare sempre di più e sempre meglio». E sarà proprio questo il vero lascito dell’esposizione mondiale: una nuova cultura del fare e del lavorare tutti insieme, mettendo da parte personalismi e divisioni. Senza contare i lasciti “fisici”, concreti, come la piattaforma digitale su cui ruoteranno e convoglieranno tutte le varie iniziative che saranno “partorite” dai trenta progetti scelti per far spiccare Piacenza nel mare di iniziative, tutte di qualità, che arrivano da ogni territorio presente nel Padiglione Italia. 

Anche il sindaco Paolo Dosi ha sottolineato lo sforzo che è stato fatto da tutti i soggetti coinvolti nel lavoro di questi mesi coordinato dall’Ats di Silvio Ferrari: «I progetti che sono stati scelti e tutto il lavoro che è stato fatto e che si concretizzerà nei sei mesi di Expo sono il risultato di una volontà collettiva di tutta Piacenza che, per una volta, ha l’occasione di uscire dalla sua riservatezza e farsi conoscere per quello che è: una terra e una comunità eccezionali. Abbiamo la consapevolezza di essere di fronte a un’opportunità unica nella storia»

Un aspetto che è stato valorizzato anche dal presidente della Provincia Francesco Rolleri: «La cosa più importante è già stata fatta ed è il percorso realizzato insieme da tutta la collettività, le istituzioni, le realtà economiche. Abbiamo l’occasione di far ripartire la nostra economia, e parlo di Piacenza e di tutta l’Italia. Sono convinto che già nei mesi immediatamente successivi all’Expo vedremo i risultati». 

Ed è la speranza anche di Giuseppe Parenti, presidente camerale: «Piacenza conta 33mila imprese – ha detto – e l’Expo è un’occasione unica per loro. Siamo partiti fin da subito uniti, e questo non era mai accaduto nel nostro territorio. La Camera di commercio ha una serie iniziative che già da tempo puntano a un’occasione unica come l’esposizione mondiale; iniziative come la Coppa d’Oro alla quale invito già formalmente il ministro Martina come prossimo testimonial che premieremo». 

Altro ente che già dai primi passi verso Expo ha investito tantissimo è la Fondazione: «I piacentini sono noti per andare per conto proprio – ha esordito il presidente Massimo Toscani – E’ stato invece entusiasmante in questo percorso vedere come ci siamo messi tutti insieme. Spero che tutto questo sia davvero una partenza e mi piace fin da ora pensare cosa resterà dopo l’Expo. Il problema dei problemi è che nemmeno noi piacentini conosciamo le nostre ricchezze; a partire da quelle artistiche ma anche quelle imprenditoriali. Per Piacenza non riesco a immagine un unico brand ma la vedo come la città dei percorsi; ne abbiamo di tantissimi generi: chiese, palazzi, enogastronomia, natura ma anche imprese eccezionali, uniche nel loro genere».