Strage migranti, Scala: “Quelle immagini drammatiche che porto nel cuore”

 “Con o senza Mare Nostrum non sarebbe cambiato nulla”. Ne è convinto Raffaele Scala, vice direttore sanitario della Misericordia di Piacenza, che oggi fa parte delle squadre di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. Il giorno dopo l’ecatombe, avvenuta nel canale di Sicilia – e mentre ancora procedono le ricerche dei dispersi – il medico che fa parte dell’ordine militare di Malta è intervenuto ai nostri microfoni per spiegarci come ha appreso la drammatica notizia e in che modo operano solitamente i soccorsi. 
“Sono stato avvisato dai colleghi che sono imbarcati sulla nave militare della Marina, verso le 9 del mattino di domenica 19 aprile, e ovviamente è stata una comunicazione drammatica dal punto di vista professionale”. 
Stiamo parlando dell’ultimo e terribile naufragio che avrebbe provocato oltre 900 morti, bilancio per ora confermato dalla Guardia costiera. Sono solo 28 le persone che si sono salvate.
“Quando partiamo non sappiamo prima cosa ci aspetta – ha detto Raffaele – ma ci danno un target e fino a quando non arriviamo non sappiamo quale possa essere la situazione. La nostra preoccupazione sempre quella di cercare di salvare più persone possibile. Ed è straziante essere impotenti verso circostanze sulle quali non possono essere trovate soluzioni”. A quanto pare, quella che si è consumata al largo delle coste della Libia, sembra una di quelle. 
Un lavoro non certo comune, quello di Raffaele Scala, che però lui sembra vivere con estrema dedizione. E sono tante le immagini che porta con sé nella memoria di altri e drammatici salvataggi in mare: “Sono due quelle più strazianti: la prima di una coppia recuperata senza vita sott’acqua, un marito e una moglie che erano abbracciati con le mani congiunte in segno di preghiera. Oppure quella di un migrante che, dopo aver saputo della morte della moglie, si è lasciato andare ed è sprofondato nel mare”. 
Intanto che parliamo, intorno alle 8 di questa mattina, la nave italiana «Gregoretti» della guardia costiera è arrivata a Malta per sbarcare le 24 salme ritrovate. Domenica il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa aveva annunciato un incontro con il premier di Malta, Joseph Muscat, che dovrebbe tenersi proprio lunedì. Renzi ha anche detto che: “Il governo di Tripoli ha dato disponibilità, se troveremo la nave, ad accogliere le altre salme”. Renzi ha aggiunto che la magistratura italiana sta indagando per capire se lo scafista del barcone sia tra i sopravvissuti.

Radio Sound

Un tira e molla di dichiarazioni, tra la politica italiana e quella europea, che però non sembra essere vissuta con fiducia dagli operatori, ci ha spiegato sempre Raffaele: “Non posso fare valutazioni politiche, ma le vivo in modo schifato. Questo rimpallarsi delle responsabilità non è positivo, perché posso dire che il anche il Gran maestro dell’ordine di Malta, che ha parlato di quanto accaduto in questi giorni, ha detto che Malta non può prendersi in carico queste migliaia di persone, così come l’Italia. Ma almeno la nostra fortuna è di avere, attraverso la Sicilia, il resto del paese in cui mandare queste persone. Ma politicamente ci sarebbe molto da fare a livello europeo, come presidiare le zone in guerra ma per adesso è tutto fermo”. 

Infine, il vice presidente della Misericordia di Piacenza, ci ha tenuto a precisare che, in questo caso, l’attività di Mare Nostrum – progetto accantonato per il ridimensionato Tritum – non avrebbe cambiato il corso degli eventi: “Non credo sarebbe cambiato granché. Mare Nostrum significa usare grandi navi per portare tante persone, tuttavia queste navi quando il mare è forza 3 o forza 4 non possono partire. Non c’è possibilità di fare salvataggi, visto che possono intervenire solo mezzi piccoli, che però vanno a 25 nodi. E quando siamo costretti ad andare a circa 115-120 miglia dalla Libia ci si mette 6-7 ore di viaggio e se delle persone stanno annegando in quel lasso di tempo può succedere di tutto. Quindi anche Mare Nostrum non avrebbe salvato le vittime".