Disagio giovanile, l’esperto: “Gli adulti devono prendere consapevolezza”

Autolesionismo, bullismo, abuso di alcol e droghe, difficoltà relazionali. Anche a Piacenza – e in misura non diversa da quella di città analoghe – sono diffuse, tra gli adolescenti, situazioni di disagio che richiedono consapevolezza da parte degli adulti e interventi realizzati da persone competenti. Lo conferma a Piacenza24 Maurizio Iengo, psicoterapeuta ed educatore di strada che è ed è stato protagonista di numerosi progetti e studi (che hanno coinvolto circa 5mila ragazzi) che riguardano anche la nostra città. "In qualsiasi contesto si entri – spiega Iengo – la domanda da porsi non è se qualcuno abbia un problema, ma chi ne abbia. Questo perchè – al di là di qualche differenza percentuale – i numeri ci dicono che certe difficoltà esistono, e ci invitano con forza a prenderne consapevolezza".
E una volta che si è capito questo?
"Occorrono capacità, coraggio, sensibilità e spesso umiltà per comprendere nello specifico che cosa certi comportamenti significhino nello specifico per ciascun ragazzo, non dimenticando che i tempi cambiano e con essi il senso che le manifestazioni di disagio hanno". 
Un passo decisivo spetta agli adulti.
"In primo luogo devono interessarsi anche ad argomenti che possono essere comprensibilmente difficili da avvicinare, perchè nuovi o carichi emotivamente. In secondo luogo devono dotarsi di strumenti adeguati alle situazioni, senza vergognarsi nel chiedere aiuto a persone competenti con cui c'è un legame di fiducia: tante persone vengono aiutate grazie a questo tipo di rapporto".
Evitare certi problemi passa spesso dal trovare un senso alla propria vita.
"I ragazzi vanno aiutati a trovare un obiettivo, una direzione: questo è più possibile se accanto al loro ci sono adulti significativi che li aiutano in questo processo di crescita. Dalla parrocchia allo sport, fino ad altri tipi di interesse, ai ragazzi servonio persone che li aiutino a capire cosa vuole il loro cuore".
Social network: quali pericoli?
"Ricerche recenti evidenziano come sia meno a rischio di comportamenti che manifestano disagio chi è iscritto a nessuno o ad un social rispetto a chi è iscritto a due o più social. Naturalmente non si possono dimenticare gli aspetti positivi delle nuove tecnologie: non bisogna demonizzarle, ma nemmeno sottovalutarne gli effetti perchè internet è una realtà virtuale, ma in essa succedono cose che per i ragazzi sono reali"

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