“I profughi arrivati a Piacenza rimangano solo un tempo limitato”. E’ l’auspicio dell’assessore al nuovo Welfare, Stefano Cugini, non appena ha appreso dell’arrivo di altri 15 profughi, che sono stati suddivisi in due gruppi: una parte è stata ospitata al Petit Hotel di via Pennazzi, un’altra alla Corte Bossina a Montale.
Dopo l’annuncio arrivato alla Prefettura, i migranti sono arrivati in pullman da Bologna per le pratiche di identificazione e assegnazione alle strutture, con l'ausilio della polizia.
Arrivi, sull’onda dei nuovi sbarchi – che presumibilmente sono solo il preludio ad altri successivi – sui quali però Cugini ha voluto essere molto chiaro: “Si è parlato di un’equa redistribuzione in base alle Unioni dei comuni, la sto ancora aspettando. Quindi per Piacenza i numeri sono ancora superiori al sovuto, nonostante siano calati in questi mesi. Per cui l’ospitalità in strutture cittadine può avere un senso per un tempo molto limitato, in una logica di hub (punto di smistamento, ndr) però mi aspetto che poi vengano redistribuite sul territorio, finche Piacenza non rientrerà nei numeri secondo previsionI”
Con l’aggiunta di questi 15 nuovi stranieri, sono infatti 216 gli immigrati che fanno parte del programmi d’emergenza sul nostro territorio. Nelle prossime settimane, considerati i continui sbarchi in Sicilia dalle coste libiche, potrebbero esserci nuovi arrivi
Il post su Facebook dell’assessore Cugini: ““#profughi, ci risiamo. Questa gente fugge da orrore, miseria, disperazione. Questa è la realtà di fondo. Ci lascino in pace populisti e strumentalizzatori vari coi loro slogan e le loro paure a orologeria. Finché dall'alto non capiranno che la gestione complessiva va ripensata, a noi tocca raccogliere i cocci di questa umanità allo stremo. Poi c'è l'aspetto tecnico della gestione, e qui il discorso cambia. E allora torno a parlare di equa distribuzione sui territori, di Piacenza città che ha già dato e deve finalmente poter interpretare il ruolo che le spetta, ovvero di polo di smistamento. Prima si rispettano e ridistribuiscono i numeri su base provinciale. Fino ad allora, la città è da considerarsi in overbooking. Se c'è chi pensa, a qualsiasi livello, di sfruttare il territorio cittadino per farsi bello a casa sua, ha sbagliato!”.