Una danza in memoria per ricordare l’esperienza della Resistenza. È quella che Virgilio Sieni presenta a Piacenza con lo spettacolo “Di fronte agli occhi degli altri” – Duetti improvvisati di ex partigiani. Appuntamento di sicuro interesse al Teatro Gioia di Piacenza venerdì 17 aprile 2015 alle ore 21, a chiusura del cartellone Teatro Danza della Stagione di Prosa “Tre per Te”, direzione artistica di Diego Maj, organizzata da Teatro Gioco Vita con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren.
Al termine della rappresentazione il coreografo Virgilio Sieni si confronterà con Stefano Pronti, presidente dell’ANPI di Piacenza, e con Ermanno Mariani, giornalista e storico, sui temi dello spettacolo, in particolare quello della relazione con la memoria storica. Modera l’incontro Roberto De Lellis, che cura il cartellone di Teatro Danza, realizzato con la collaborazione di AterDanza.
“Di fronte agli occhi degli altri” è una partitura coreografica, una specie di flusso di coscienza capace di divenire azione e trasformarsi in una danza, sulle note del contrabbasso di Daniele Roccato, che Sieni improvviserà con ex partigiani piacentini incontrati poco prima di andare in scena. Una collaborazione resa possibile grazie alla collaborazione con l’ANPI Piacenza e con il presidente Stefano Pronti.
Lo spettacolo nasce su invito del Museo della Memoria di Bologna, nato come testimonianza e denuncia della tragedia di Ustica del 27 giugno 1980. È dunque partendo dall’esperienza commossa di Bologna che è nata l’intenzione di continuare questo percorso attraverso altre opportunità d’incontro. In ogni luogo viene richiesta la partecipazione di alcune persone, incontrate pochi minuti prima di andare in scena, esistenze, che di volta in volta donano l’identità al percorso coreografico: esistenze chiamate a condividere e improvvisare questi attimi di trasmissione.
La struttura del lavoro è dunque articolata in un passaggio da mano a mano che avviene tra Virgilio Sieni e gli ospiti, in questo caso ex partigiani, coinvolti pienamente in danze adiacenti, a contatto, come risonanze continue dal di dentro, trame che di volta in volta si compongono rispetto alle persone. Tutto si riferisce da una parte al loro vissuto, agli avvenimenti che hanno tracciato, nel dolore e nella forza del resistere, la loro esistenza, e dall’altra nella capacità di vicinanza gestuale e di trasmissione “soffiata” nelle tracce del corpo.
Il titolo dello spettacolo si ispira al libro di Susan Sontag “Davanti al dolore degli altri”, riflessione sul senso della bellezza nella fotografia come documento degli eventi tragici.