Assolto per insufficienza di prove. Si è conclusa così la vicenda giudiziaria che riguardava un macedone di 25 anni, con casa e lavoro a Piacenza da una vita, accusato di aver violentato per anni, minacciato e perseguitato una 28enne siciliana, anche lei residente a Piacenza. Il pubblico ministero al termine della scorsa udienza (leggi l'articolo) aveva chiesto sette anni di reclusione. Oggi però i giudici del Tribunale di Piacenza hanno accolto la richiesta assolutoria dell'avvocato difensore Matteo Dameli del Foro di Piacenza che si è sempre detto assolutamente convinto dell'innocenza del suo assistito: "Non esiste alcuna prova circostanziata di ciò che ha sostenuto la pubblica accusa – ha detto – e i giudici piacentini hanno fatto benissimo il loro lavoro assolvendo il mio assistito, che è una persona per bene, perfettamente inserita a Piacenza, un gran lavoratore".
La vicenda aveva fatto molto scalpore, soprattutto per quanto riguarda le circostanze dell'arresto: i carabinieri erano a casa della giovane donna che, poco prima, li aveva chiamati annunciando che di lì a poco sarebbe arrivato lo straniero e che probabilmente avrebbe tentato di violentarla. E stando a quanto emerso all'inizio, sembra proprio che l'approccio da parte del giovane fosse piuttosto focoso tant'è che i militari dell'Arma hanno proceduto all'arresto. Da lì, sulla base del racconto della ragazza, lo straniero è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di tentata violenza sessuale, violenza sessuale e stalking (o atti persecutori). Accuse pesantissime ma che evidentemente non erano supportate da prove sufficienti oltre al racconto della donna. Morale: imputato assolto. Per le motivazioni della sentenza c'è da attendere tre mesi.