Una storia, ambientata a Roma, che però potrebbe avere come teatro anche la nostra città. Cruel, ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore Salvo Sottile è stata presentata dall' autore nel pomeriggio di oggi, 10 aprile, durante un partecipato incontro alla Galleria Biffi Arte, a Piacenza, condotto dal giornalista Mauro Molinaroli.
Cruel è un avvincente thriller che racconta la storia di un omicidio dai mille inquietanti interrogativi: una studentessa viene trovata morta all’ interno di un ex ospedale psichiatrico abbandonato. La notizia arriva sul tavolo della redazione di Cruel, un crime magazine molto seguito, nella cui redazione lavora il protagonista del romanzo, Mauro Colesani, “un giornalista un po’ cialtrone” come lo definisce l' autore.
Ai nostri microfoni Salvo Sottile spiega la genesi del suo libro e la sua esigenza di invertire la rotta: “Ho sempre raccontato il male che riguardava altri – afferma il giornalista -. Con questo racconto cerco di invertire la polarità del male, di portarlo da fuori a dentro e realizzando una storia all’ interno di una redazione giornalistica, luogo deputato a raccontare meglio il crimine”.
Con lui, autore e conduttore di fortunati programmi come Quarto grado, Quinta colonna o Linea gialla che in televisione hanno raccontato i fatti di cronaca nera, abbiamo affrontato proprio il tema della cronaca che diventa spettacolo. “E’ vero – dice Sottile – a volte si specula sul dolore degli altri.
Io dico sempre che la cronaca è come un antibiotico: se lo usi bene può essere utile alle indagini e ai familiari delle vittime. Se invece lo si usa disseminandolo nei palinsesti della televisione, perché non si inventa più nulla, e viene usato come doping per alzare gli ascolti, diventa un problema. Le storie vengono reiterate, raccontate daccapo e nulla di nuovo viene aggiunto”.
La gente, però, guarda questi programmi con interesse sempre crescente, prova ne siano i dati di ascolto “perché – afferma Sottile – per lo spettatore è come guardare un temporale da dietro una finestra, tu sei all’ asciutto ma nello stesso tempo sei attratto dalla tempesta. Lo spettatore si immedesima nelle storie che sembrano più simili alla tua e che riguardano persone che non sono diverse da te. Un po’ quello che succede con gli incantatori di serpenti: l’ incantatore è la TV e il serpente siamo noi che la guardiamo”.