Sicurezza: il punto della situazione tra sindaci e consiglieri regionali

Si sono svolti in mattinata a Villa Braghieri, a Castel San Giovanni quelli che sono stati definiti “stati generali sulla sicurezza”, ai quali hanno partecipato buona parte dei sindaci dei 48 comuni del Piacentino.

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Il sindaco di Castel San Giovanni, Lucia Fontana, però non vuol sentire parlare di stati generali: si tratta piuttosto di un appuntamento, di un “tavolo di lavoro” come lo ha definito la stessa Fontana, finalizzato a incontrare i colleghi sindaci della provincia di Piacenza per confrontarsi sulle strategie intraprese nei rispettivi territori al fine di attrezzarci per contrastare quello che è diventato “il problema”, quello della sicurezza dei cittadini.

L’ incontro, ha proseguito il primo cittadino, non ha nemmeno velleità di essere un tavolo istituzionale, che non è di nostra competenza.

Sono stati una ventina circa i primi cittadini della provincia che hanno raccolto l’ invito. Coloro i quali non hanno personalmente raggiunto Castel San Giovanni hanno comunque inviato un assessore o un consigliere comunale, segno che il problema è sentito trasversalmente, sia a livello geografico che politico. Tra questi hanno partecipato Anna Tanzi, sindaco di Sarmato, Giovanni Compiani, sindaco di Fiorenzuola, Manola Gruppi, primo cittadino di Pontenure, Patrizia Calza, sindaco di Gragnano, Roberto Pasquali di Bobbio e Manuel Ghilardelli di Ziano, oltre, come abbiamo già detto, a numerosi assessori o consiglieri comunali.

Nel corso della giornata è stata presentata la bozza di un documento che sarà inviato al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dell’ Interno Angelino Alfano, al presidente della Regione Stefano Bonaccini, al Prefetto ed al Questore, peraltro entrambi presenti all’ incontro di oggi.

Nel documento si richiede un allentamento del patto di stabilità al fine di destinare maggiori risorse al tema sicurezza; di ampliare i poteri riconosciuti ai sindaci in materia di sicurezza; di garantire la certezza della pena per chi compie i reati cosiddetti “predatori” come furti e rapine; la valorizzazione dei comitati provinciali per l’ ordine e la sicurezza pubblica; una maggiore presenza di forze dell’ ordine sul territorio, anche impiegando l’ esercito e infine la richiesta rivolta all’ Amministrazione Regionale, di disporre – a favore dei Comuni – forme specifiche di finanziamento sui sistemi di videosorveglianza.

All’ indomani del tavolo sull’ ordine e la pubblica sicurezza, svoltosi in via San Giovanni, il prefetto Anna Palombi torna sugli argomenti trattati ieri, ribadendo di aver scritto “al ministero della Difesa per avere, oltre ai militari, un contingente di Carabinieri in più, poiché sono loro ad essere competenti in Provincia. Io – ha proseguito il prefetto – sicuramente traghetterò alle competenti autorità le proposte che scaturiranno dalla riunione di oggi”.

Palombi ha anche approfittato per ringraziare Matteo Rancan e Tommaso Foti, consiglieri regionali piacentini, perché “l’ aiuto della politica è fondamentale. Il prefetto – ha proseguito – pur essendo un organo dello Stato è tenuto ad applicare la norma che lo Stato stesso emana e quindi non può cambiare le leggi poiché non è un organo politico”.

A proposito di politica, il prefetto ha anche anticipato che sono in corso di definizione le procedure per una prossima visita a Piacenza del sottosegretario all’ Interno, Filippo Bubbico.

Il prefetto ha anche corretto il tiro sulla sua affermazione riguardo all’ installazione di inferriate e porte blindate. Parole che secondo il prefetto “sono state riprese dal giornale in modo veramente pessimo. Una commissione permanente, che viene convocata ogni tre mesi, alla quale non ero presente ed a cui hanno partecipato i rappresentanti dei condomìni, si è conclusa con un comunicato in cui si riportava che, tra le altre misure, si consigliava ai cittadini di prendere in considerazione mezzi di difesa passivi come inferriate e porte blindate. Anche i Carabinieri, durante i loro incontri fanno queste raccomandazioni ma se è il prefetto a dirlo si solleva un polverone: mi sembra esagerato. Nessuno aveva intenzione di obbligare le persone a mettere le inferriate”.