Le note di Jovanotti risuonano in chiesa, durante un rito funebre. Strano? No, non è strano se per l' ultima volta, assieme ai suoi amici, Sonia ha potuto ascoltare una delle sue canzoni preferite. Purtroppo, però, oggi non c'è stato spazio per l' allegria e la spensieratezza con cui la giovane ascoltava quelle note, in altre occasioni, assieme ai suoi amici. Qualcuno di loro, tra le lacrime, sussurrava le parole di "Le tasche piene di sassi" di Jovanotti.
"Sono solo stasera senza di te, mi hai lasciato da solo davanti al cielo", dicono così le parole della canzone e ad essere un pò più soli, da oggi, sono tutti i parenti e gli amici che vedono Sonia come un angelo e lei è davanti al cielo, mano nella mano con Cristo.
La colonna sonora di una vita brevissima, durata solo 14 anni, risuona anche fuori dalla chiesa. Al termine della funzione officiata dal parroco di San Pietro Apostolo, don Ezio Molinari, la piccola bara bianca, sormontata da un cuscino di fiori variopinti esce tra le note di due hit del momento: “Thinking Out Loud” di Ed Sheeran e "Take me to the church” di Hoizer.
Quest' ultima stride, come contenuto, con le prime due: la canzone parla di un amore che finisce, anche se a un certo punto il testo dice "offrimi quella morte senza morte. Buon Dio, lascia che ti dia la mia vita".
Lo stesso autore irlandese dichiara di averla scritta proprio dopo essersi lasciato con una ragazza. Per Sonia, però, non sarà così, non si tratta di un amore che finisce ma di un amore che crescerà sempre di più nei cuori di chi l'ha conosciuta.
I fiori colorati che adornano il piccolo feretro sono di tanti colori come quei post-it che la sera precedente sono stati attaccati all' altare per accogliere Sonia in chiesa ed accompagnarla nel suo cammino verso la Luce Eterna.
“Buon viaggio principessa”, “Angelo bello, veglia e guarda qua giù”, “Ciao Sonia, aiutaci dal cielo”. Sono solo alcuni dei messaggi scritti ieri sera sui fogliettini che hanno addobbato un altare spoglio per il venerdì Santo.
La chiesa fatica a contenere il dolore di tante persone, amici, familiari, conoscenti che hanno conosciuto Sonia.
E’ straziante vedere i suoi compagni di scuola, di danza, di vita, piangere lacrime di dolore, è davvero incredibile per loro conoscere la desolazione per aver perso un’amica. Il rumore muto di una vita che finisce mentre altre stanno per iniziare proprio a quell'età. L'età del primo amore, di quando si sta per diventare grandi, l'età dei primi successi, delle prime sconfitte della vita.
Questo doveva essere il periodo delle vacanze di Pasqua, dell'allegria e della spensieratezza, ma non del dolore. Soprattutto per la morte di una ragazza di soli 14 anni.
Don Ezio ha ricordato come in quella stessa chiesa Sonia abbia ricevuto il Battesimo, il primo sacramento con il quale si affida a Dio la propria vita. “Tutti noi proveniamo dalle mani di Dio e a lui ritorniamo” ha detto il sacerdote che ha invitato a pregare per i familiari, per coloro i quali soffrono per questa morte.
In apertura della sua omelia, don Ezio ha ricordato le parole “Noi siamo infinito” con cui i genitori, nel necrologio, annunciano la scomparsa della loro piccola.
Quelle stesse parole sono scritte in alcune magliette che gli amici di Sonia indossano. Ce n’è una anche per lei, con tutte le firme dei compagni che Sonia porterà per sempre con sé.
La mamma, Benizia, ha invitato a non buttare la nostra esistenza con inutili incomprensioni. “Sonia ed io – ha continuato la mamma – siamo fortunati ad avere amici come voi. A voi ragazzi, come dice papa Francesco, dico: fate rumore”.