Il Copra Piacenza si appresta a vivere l’ultimo match della stagione 2014/2015. La partita di sabato sera con Trento rischia anche di essere l’ultima della storia di una società che ha fatto scoprire alla città la bellezza della pallavolo, che l’ha fatta innamorare di questo sport, portandola ai più alti palcoscenici italiani ed internazionali.
Una favola che ebbe la sua prima svolta 12 anni fa, quando Mauro Berruto, oggi tecnico della Nazionale Italiana, alzava le braccia al cielo dopo una stagione senza sconfitte, conclusa con un successo nella Coppa Italia di A2 e con la promozione nella massima serie. Successi che fanno sorridere se paragonati a quelli che il club di Molinaroli avrebbe conquistato di lì a qualche anno, ma che parevano enormi per una città che non aveva nessuna tradizione in questo sport.
Enorme pareva anche il PalaBanca, inaugurato per la prima volta nel 2005, in occasione della gara tra Copra Piacenza-Tours. Quella capienza di 3700 posti a sedere pareva davvero eccessiva per una città che si stava affacciando per la prima volta al volley. In 12 anni Piacenza ha respirato così tanto l’aria della pallavolo di alta quota da diventare un punto di riferimento per tutto il movimento italiano con il pubblico più corretto, ma non per questo meno caloroso dell’intera serie A1.
Le tante finali scudetto perse e la finale di Champions sfuggita di mano contro il Kazan, forse la delusione più grossa della storia di Piacenza, non cancellano di una virgola le gesta dei grandi campioni che hanno indossato ed onorato la maglia biancorossa. In bacheca campeggia ancora lo scudetto del 2008, conquistato da Angelo Lorenzetti, l’unico e soffertissimo conquistato dal Copra e rafforzato dalla SuperCoppa Italiana vinta all’inizio della stagione successiva. Una Challenge Cup ed una Top Team Cup hanno scritto il nome di Piacenza anche nell’albo d’oro internazionale. Poi la storia recente che ha come ultimo acuto il successo in Coppa Italia dello scorso anno.
Il Copra però è molto di più di un insieme, per quanto prestigioso, di trofei vinti. Nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento per Piacenza e provincia, favorendo la nascita e lo sviluppo della pallavolo giovanile.
L’ultima burrascosa stagione rischia davvero di far saltare il banco. Il presidente è stanco, non ne ha mai fatto mistero, e le vicende extrapallavolistiche sembrano averlo convinto a dire basta. Il punto di domanda sull’immediato futuro è però legittimo. Questa è davvero la fine? Lo sarà certamente se in un tempo relativamente ragionevole non ci sarà l’interessamento di nuovi sponsor che possano perorare la causa biancorossa. Intanto la squadra scende in campo per affrontare gli avversari di sempre, quelli di Trento, e con una professionalità esemplare continuerà a fare quello che ha sempre fatto, fino all’ultimo pallone caduto a terra: giocare a pallavolo.