La Compagnia Teatrale The Imperfect Speakers presenta 2 atti unici brillanti di Noel Coward: Ways and Means e Family Album. Lo spettacolo, in lingua inglese con sopratitoli in italiano, sarà in scena al Teatro San Matteo di Piacenza Sabato 18 Aprile alle 21 e domenica 19 Aprile alle 16.
The Imperfect Speakers, al XXIV anno di attività, tornano a Noël Coward, autore già affrontato in passato, tanto in quella commedia un po’ folle, tra l’occulto e le storie di tradimenti familiari, che è Blithe Spirit, quanto nelle atmosfere più malinconiche di quel delicato capolavoro che è Still Life. Lo fanno, stavolta, dedicandosi al teatro più tipico di questo autore, le commedie brillanti senza tante domande: affidabilissime macchine da palcoscenico di un commediografo che, prima di tutto, fu un formidabile showman (non a caso, quasi sempre protagonista delle sue pièce), che aveva un istinto infallibile per cosa era recitabile e cosa no, per le battute che avrebbero divertito il suo pubblico e per quelle che lo avrebbero spiazzato, per cosa dare allo spettatore, e quando. I suoi testi più “classici” non si interrogano certo sul senso delle cose, e se anche fanno ricorso allo strumento del paradosso, questo mezzo è utilizzato mantenendone un controllo saldissimo: Coward può anche essere l’erede più diretto di Oscar Wilde, ma se seguendo i paradossi del secondo non si sa mai dove si può andare a finire – tale è la loro portata potenzialmente destabilizzante per la società del tempo – le ironie e i rovesciamenti inventati da Coward vanno in un posto già noto, il botteghino di un sold out, e, alla fine, servono più a titillare lo spettatore, che a sfidarlo. Il che, tra parentesi, spiega anche i differenti destini dello scrittore irlandese e del suo imitatore: il primo coccolato, poi espulso dalla società che aveva sfidato, il secondo accompagnato da un costante successo – che gli sopravvive, come dimostra il fatto che le sue commedie continuino, a quarant’anni dalla morte, ad essere un cavallo vincente sulla scena britannica.
I due testi che la compagnia presenta sono due brevi atti unici dal taglio diverso, ma unificati dall’essere espressione del più tipico teatro brillante di Noël Coward. Ways and Means vede in scena una coppia di simpatici cialtroni, espressione di quel demi-monde ai confini dell’alta società, tra jet-set londinese e Costa Azzurra, da cui Coward trae molti dei suoi caratteri: gente che vive di notte più che di giorno, che si sente altrettanto a suo agio in pigiami e négligé di seta come in abito da sera, che vive costantemente sopra i propri mezzi, non preoccupandosi del conto finale che sarà presentato per il lusso in cui si muove con somma disinvoltura, e con un’aria blasé che non sa nascondere sino in fondo la propria gioia infantile. Questa coppia di scrocconi è alle prese col problema di saldare i propri debiti prima di abbandonare la lussuosa villa dove sono stati ospitati sino ad ora: stante che la loro passione per il gioco d’azzardo è inversamente proporzionale alla loro fortuna al tavolo verde, uscirne non sarà facile. Tra un battibecco coniugale (fa parte del gioco) e visite di personaggi che in fondo si muovono secondo regole analoghe, se non uguali, la ricerca della soluzione seguirà i percorsi più imprevedibili.
Diverso, in apparenza, è il contesto di Family Album: una grande famiglia edoardiana si ritrova dopo le esequie del padre, classica figura vittoriana. All’apparenza, questo è un momento di lutto o, almeno, di confronto con se stessi. Implacabile, però, la penna di Coward svela battuta dopo battuta che quella che sembra una veglia di dolenti è in realtà un momento di affrancazione dall’ombra di una figura paterna connotata dai difetti dell’epoca vittoriana, una forte vena autoritaria e una spiccata ipocrisia sul piano morale. A questo risultato si arriva attraverso rivelazioni liberatorie, condotte, però, non sul filo dello studio psicologico (che in questo teatro non può avere un ruolo), ma, ora dell’ironia, ora del grottesco, ora, anche, di una sorta di dolcezza melodica, rispecchiata dal ruolo che gli inserti musicali giocano in questa pièce. È un testo che si configura con un meccanismo semplice, piacevole, solo talvolta un filo malinconico, e, soprattutto, infallibile: come un piccolo carillon.
La compagnia affronta queste commedie con un cast di 13 attori, in gran parte protagonisti degli spettacoli degli ultimi anni. Come di consueto la regia sarà di Ugo Bruschi e la colonna sonora a cura di Pierangelo Bertoletti. La messa in scena sarà costruita su ambienti evocativi, mentre, secondo la tradizione di The Imperfect Speakers, particolarmente accurata sarà la ricostruzione di costumi ed accessori, aderendo all’epoca in cui i testi sono ambientati (rispettivamente, gli anni Trenta e i primi del Novecento). Cifra interpretativa sarà la fluidità del ritmo, la leggerezza e la lieve sprezzatura delle battute, in un gioco che deve essere suggerito al limite dello scoperto, senza però svelarsi completamente. Il tempo che più si addice a questo Noël Coward, in fondo, è l’allegretto.