“Svuota tutto”. Una delle offerte più ambite dai consumatori sta diventando l’incubo dei lavoratori del Mercatone Uno. Circa 3.700 in tutta Italia e un centinaio nel Piacentino, suddivisi tra i due store di Fiorenzuola e Rottofreno. La formula con la quale solitamente il centro commerciale è abituato a mettere in offerta i propri prodotti, sembra infatti diventato il metodo con il quale sta cercando di liberarsi dei propri dipendenti. E la loro preoccupazione, come comprensibile, aumenta ogni giorno di più.
Anche perché proprio oggi è saltato il secondo incontro al ministero dello Sviluppo economico a Roma, che avrebbe dovuto trattare il tema della crisi che sta attraversando il gruppo.
Per questo i lavoratori, supportati dai sindacati, oggi hanno scioperato, volantinato e poi incontrato il sindaco di Fiorenzuola per cercare una soluzione.
Pino De Rosa, dell’Ugl terziario, ha spiegato che “la situazione è drammatica. Registriamo un’adesione totale dei lavoratori, però non ci sono prospettive e informazioni. E’ saltato l’incontro con le parti sociali e hanno rinviato senza data alternativa. Chiediamo un maggiore intervento, per quando possono fare, delle istituzioni, visto che queste persone sono offese nella dignità. L’azienda ha dichiarato uno svuota tutto del negozio senza chiarimenti”.
Giuliano Zuavi della Filcams Cgil ha poi chiarito le trattative pregresse, non certo facili con questa realtà: “Sono anni che il Mercatone Uno si comporta in modo squallido. E usa i dipendenti come merce. Faccio un esempio: non ha mai dato informazioni necessarie che potessero portare a relazioni sindacali accettabili. Ai tavoli di confronto alla fine ci hanno preso in giro, perchè dopo quattro anni di contratti di solidarietà, aperture di procedure di mobilità, promesse contratti di secondo livello, ora siamo alla condizione pre-fallimentare. Cambia la guida ma rimane la situazione che continua a peggiorare”.
Una vertenza non facile, inasprita dai debiti accumulati negli anni, ha confermato Francesca Benedetti, Fisascat Cisl: “La massa debitoria si aggira intorno ai 630 milioni di euro e la procedura concorsuale in corso vede le redini dell’azienda gestite da organi della procedura. Non si può quindi interloquire liberamente, ma tramite il filtro dell’amministratore delegato. Ora dobbiamo cercare i mantenere legati i lavoratori all’azienda, anche se sappiamo che 34 punti vendita, tra i quali Fiorenzuola (su 79 in tutta Italia) non rientrano fra quelli che potrebbero avere l’entrata di un eventuale acquirente”.
Una volta arrivati in Municipio, i lavoratori e i sindacalisti si sono intrattenuti con il sindaco, Giovanni Compiani, che ha reso note due trattative, per cercare di salvare il posto ai trenta dipendenti della cittadina, ma anche cercare di rilanciare l’area industriale fiorenzuolana: “La situazione è molto preoccupante e lo svuota tutto lo abbiamo inteso come l’intenzione di chiudere. Ora portiamo avanti approfondimenti per offrire soluzioni ai lavoratori. Intanto stiamo tenendo i contatti con l’assessore regionale Palma Costi – tramite il consigliere regionale Gian Luigi Molinari – e stiamo valutando gli aspetti di natura urbanistica e commerciale rispetto a un eventuale utilizzo diverso della zona e vedere se il mercato offre qualche altra possibilità attraverso qualche azienda che potrebbe riassorbire i lavoratori”. E ha poi chiarito che “esistono due proposte, arrivate alla proprietà della struttura – imprenditori locali – ma sono di natura diametralmente opposta: la prima riguarda un’importante società che opera nel campo dell’alimentazione, che avrebbe bisogno però di una grande area, almeno di 2mila e 500 metri quadrati. Questo comporterebbe il cambio di destinazione d’uso all’interno del Psc, un passaggio che non potrebbe arrivare in tempi brevi. La seconda offerta riguarda una società orientale (pare cinese) che però non garantirebbe adeguate garanzie di occupazione”.
Sullo sfondo, rimane forte la preoccupazione dei trenta lavoratori di Fiorenzuola presenti in mattinata, del centinaio nel Piacentino (nello store di Rottofreno) e delle migliaia in tutta Italia che, a causa della crisi del gruppo, o di pastoie burocratiche, vedono il loro futuro occupazionale sempre più a rischio. Presente, a sorpresa, anche il geometra al quale l'azienda che opera nel settore alimentare – e che vorrebbe subentrare nell'area del Mercatone uno di Fiorenzuola – ha commissionato la richiesta di poter cambiare la destinazione d'uso dell'area: "Sì, i vertici della società sono interessati, per la favorevole collocazione in cui si andrebbe a insediare, vicino all'autostrada e ben collegata dal punto di vista viabilistico con la via Emilia. Ho già inoltrato la richiesta al Comune, per un'area di più di 2mila e 500 metri quadrati. Il problema sono i tempi, visto che non sembrerebbero brevi. La volontà, ora, resta soprattutto quella politica".