Richiamo del Trebbia, salvare il fiume con lo sport, il gioco e il turismo

Il “Richiamo” richiama ogni anno di più. Siamo alla quinta edizione di quella che ormai viene considerata la regina delle manifestazioni a tutela e per la valorizzazione del fiume più affascinante della provincia di Piacenza: il Trebbia; o la Trebbia, per dirla con lo Zingarelli. E questa quinta edizione del Richiamo del Trebbia ha superato le aspettative in termini di affluenza, interesse e partecipazione.

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Pensata e organizzata per la prima volta nel 2011 dal kayaker professionista Martino Frova, milanese di nascita ma piacentino d’adozione, o meglio, valtrebbiese visto che con il suo centro “Sports In Open Space” di Marsaglia da oltre un decennio anima e rende vitale con attività sportive e ricreative la parte alta del fiume, la manifestazione è cresciuta negli anni e ha contribuito a mettere sotto i riflettori un tema di vitale importanza come la tutela del Trebbia; di vitale importanza non solo per la vallata che porta il nome del fiume ma di tutto il territorio, e non solo piacentino. Tant’è che da quella prima edizione (che già fu un successo grazie anche al rilievo mediatico che ne avevano dato i giornalisti e i fotografi invitati a partecipare attivamente, e cioè scendendo in canoa lungo il fiume), il “Richiamo” ha fatto il suo dovere; e cioè ha richiamato sempre più persone, associazioni, istituzioni. E oggi, grazie al Canoa Club di Bobbio, a Legambiente, all’Osservatorio permanente sulla Valtrebbia e a tanti volontari, si è trasformato in un evento imperdibile che riesce a unire le due anime di chi ama questo fiume: l’anima dello sport e dello svago e l’anima (più battagliera) di chi batte i pugni sul tavolo perché la salute del fiume stesso non venga compromessa. E questa doppia anima è visibile già a partire da come è organizzato il Richiamo: due giornate, la prima più dedicata alle attività sportive (canoa e rafting in particolare), la seconda più incentrata sulle problematiche di una valle che da sempre ha bisogno di cure particolari; vedasi una strada statale devastata nonostante l’interesse turistico delle località che proprio dalla statale 45 vengono “servite”; e vedasi soprattutto la spada di Damocle della famigerata centrale idroelettrica di San Salvatore il cui progetto di costruzione è ancora esistente nonostante il no di tutte le istituzioni piacentine e dei cittadini che si rifiutano anche solo di immaginare che l'ansa più spettacolare del fiume, quella di San Salvatore, venga deturpata da uno stabilimento industriale. Il titolare del progetto è però più deciso che mai e ha presentato ricorso contro il no al Tribunale superiore delle acque, e da Roma si è in attesa della sentenza nel giro delle prossime settimane.

“Fino a che anche i giudici non ci avranno dato ragione non staremo tranquilli e anche qualora ci dessero torto, saremo pronti a dare battaglia” dice un’esaltatissima Laura Chiappa, presidente di Legambiente Piacenza; esaltata perché è appena scesa da uno dei gommoni di Sports In Open Space e, ancora col fiatone, ci confida che rifarebbe altre cento volte il passaggio nella galleria di San Salvatore: “Un’emozione incredibile”.

C’è anche il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali ai piedi del Ponte Gobbo, ad assistere all’arrivo di canoe e gommoni partiti in tarda mattinata da Marsaglia e in arrivo nel primo pomeriggio sotto le suggestive arcate del ponte medievale dove il Canoa Club ha allestito un punto di ristoro con polenta, salumi e vino rosso. “Manifestazioni come questa – dice Pasquali – sono il massimo che si possa volere per valorizzare il nostro fiume e le terre che lo circondano. Solo dando la possibilità di vivere il fiume, di vederlo da vicino, si può far nascere il desiderio di tornare da queste parti. Il turismo in Valtrebbia passa da manifestazione del genere e dovremo trovare il modo di organizzarne più spesso”.

A tenere le fila di tutta l’organizzazione e la comunicazione dell’evento, come sempre, Gian Marco Rancati, di No Tube e dell’Osservatorio.