Asp, il commento di Milza (Aci): “Tornare al pubblico conviene davvero?”

Non smette di far discutere l'intenzione del Comune di rendere pubblica la gestione dell'Asp Città di Piacenza con riferimento ai servizi per gli anziani del Vittorio Emanuele. Una decisione che si basa su uno studio commissionato ad alcuni esperti accademici e che garantirebbe un risparmio di 300mila euro all'anno di denaro pubblico ma che raccoglie le perplessità (per usare un eufemismo) di varie parti in causa. Su tutti i lavoratori delle cooperative che attualmente hanno in capo si servizio: temono di perdere il lavoro. Le opposizioni si sono sollevate in sede di commissione consiliare, due giorni fa; i sindacati hanno espresso riserve. Ora c'è il commento del presidente dell'Aci, l'associazione delle cooperative, Francesco Milza. L'ha inviato in una nota che pubblichiamo integralmente. 


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Il confronto sul tema dell’internalizzazione dei servizi dell’Asp da parte dell’Amministrazione Comunale di Piacenza, alla luce del dibattito in corso, ritengo stia uscendo dal solco e dal tema centrale che è quello della scelta politica e delle sue conseguenze. Lo dico e lo ribadisco perchè il tema è serio, è una linea d’indirizzo politico “originale” sia in relazione al principio costituzionale di sussidiarietà, peraltro riconosciuto in termini concreti in questi anni dall’Amministrazione Comunale, sia per quanto succede nel resto del Paese per servizi analoghi. Questo è il senso della posizione, espressa peraltro anche nel comunicato di ACI Piacenza, che intendo ribadire e che deve essere centrale nel dibattito in corso, il cadere in personalismi e in dietrologie diventa sbagliato e fuorviante rispetto al concetto, alto, che voglio riconoscere alle scelte di questa Amministrazione. E proprio in relazione ad una scelta, politica, a cui si vuole dare una valenza strettamente economica che ritengo potrebbe significativamente essere sconfessata nei contenuti e nei fatti conseguenti, ritengo debba porsi la domanda se tutto ciò possa produrre effetti benefici, per la collettività e che tipo di ricadute ne possa derivare dalla scelta. E’ a questa domanda e solo a questa domanda, nel caso specifico nella persona del suo massimo rappresentante ovvero il Signor Sindaco, che ritengo la politica debba rispondere con tutta l’autonomia ma anche la conseguente responsabilità che ne deriva. Con tutto il rispetto per l’Assessore Cugini, ritengo che la scelta sia talmente deflagrante in termini politici che non possa essere solo e semplicemente una scelta “tecnica”, la conseguenza non potrebbe che essere una nuova visione sui servizi socio assistenziali che porterebbe a conseguenze da noi certamente non auspicate, ma diversamente politicamente incoerenti. Sicuramente il percorso e soprattutto le modalità hanno forse portato a minimizzare il reale impatto della scelta riducendola per alcuni aspetti a “chiacchere da corridoio”, coinvolgendo una Cooperativa come Unicoop che va difesa per quello che rappresenta in termini di professionalità e capacità di servizio oltre che rispetto per gli oltre trecento soci, indipendentemente dalle scelte personali dei propri dirigenti passati, presenti e futuri. La realtà dei fatti è che le scelte di oggi avranno ripercussioni importanti per la collettività e prima di tutto per quegli ottanta soci lavoratori che rischiano di trovarsi in un limbo ingiustificato che poteva essere evitato a suo tempo con scelte più attente e lungimiranti.

Francesco Milza