La spinosa vicenda del futuro dell'Asp Città di Piacenza è attesa da giornate cruciali: la commissione di mercoledì 25 marzo e poi il consiglio comunale lunedì prossimo 30 marzo. La giunta Dosi va avanti con il progetto di ripubblicizzare l'ente, anche se sono parecchi i mal di pancia nella stessa maggioranza di centrosinistra. Oggi a tuonare verso questo progetto, sono state le coop che si sentono penalizzate, Coopselios e Aurora, In particolare la vicepresidente di Aurora, Daniela Chinosi, ha confermato che la prospettiva di passare alle vie legali, magari con un esposto in Procura, non è certo escluso: “Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati, anche se per ora non è stato avviato nulla, perché formalmente non abbiamo niente, a parte quanto uscito sui media locali. Ci siamo limitati per ora a preoccuparci ma certamente a coinvolgere i nostri legali affinché verifichino la legittimità di questa scelta da parte del Comune – ha spiegato -. Ci sembra normale, visto che abbiamo l’obbligo di tutelare i nostri servizi e anche i lavoratori, prima di consentire a cuor leggero un progetto del genere. Se fosse vero sentiamo la responsabilità di verificare anche dal punto di vista legale che il progetto sia legittimo e, se non lo fosse, che non possa proseguire”.
Pubblichiamo di seguito le preoccupazioni dettagliate delle due cooperative (Coopselios e Aurora) che da dieci mesi gestiscono l'accreditamento per la cura dei 108 posti letto della Casa Protetta.
"Abbiamo appreso dalla stampa locale che l’Amministrazione Comunale di Piacenza intenderebbe reinternalizzare la gestione dei 108 posti letto della Casa Protetta “Vittorio Emanuele di Piacenza”: tali posti sono attualmente gestiti tramite accreditamento dalla RTI costituita da Coopselios e Auroradomus, società Cooperative estremamente qualificate e da tempo presenti nel territorio piacentino.
Tale notizia, se confermata, ci sembrerebbe davvero anomala nel panorama del welfare attuale in quanto antieconomica, contraria al principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione, in grado di creare una emergenza occupazionale sul territorio e con presupposti di legittimità che ci appaiono inesistenti. Partendo da quest’ultimo punto evidenziamo come, a seguito di regolare bando di gara, i 108 posti letto del “Vittorio Emanuele” siano stati “esternalizzati” tramite accreditamento provvisorio con contratto di servizio sottoscritto in data 31 Maggio 2014.
Il regime di accreditamento prevede che la gestione delle strutture (per evidenti ragioni di continuità assistenziale, economicità ed efficienza) abbia una durata di cinque anni, o meglio, cinque anni prorogabili per altri cinque: non sono concesse deroghe alla durata di cui sopra, essendo il tempo predefinito dalla normativa. Unica possibilità di recesso anticipato è data dalla presenza di gravi inadempienze previamente e formalmente contestate al gestore, mentre ci sembra che il nostro operato sia sempre stato improntato all’analisi delle eventuali problematicità e alla loro pronta risoluzione.
Sappiamo che l’Asp Città di Piacenza nelle sue valutazioni si è affidata a un unico studio condotto dal Dipartimento di Economia “Marco Biagi” dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Si riscontra poca chiarezza in questo passaggio in quanto non è stata effettuata alcuna procedura concorsuale nell’affidamento dell’incarico nonostante quanto previsto dalle Leggi vigenti.
Il ripensamento dell’Amministrazione sarebbe quindi illegittimo e francamente incomprensibile, considerando anche che avverrebbe a soli 10 mesi dalla stipula del contratto.
Ma ci sono altri aspetti che vogliamo con forza sottolineare: un atto simile sarebbe foriero di danni per l’Amministrazione Comunale stessa, i cittadini, e i lavoratori.
Non capiamo infatti, da cittadini, con quali risorse potrà essere assorbito il maggior costo dei dipendenti pubblici e per quale motivo ai cittadini di Piacenza debba essere imputato un aggravio di tal sorta.
Non capiamo e siamo estremamente preoccupati per i destini dei circa 80 lavoratori impiegati nel servizio (operatori socio sanitari, infermieri, fisioterapisti, animatori, coordinatori, ecc) attualmente assunti a tempo indeterminato dalla RTI Coopselios – Auroradomus. Si è parlato di assunzioni in tempi brevi dei nostri lavoratori da parte del pubblico tramite concorsi, ma sappiamo tutti come i concorsi siano ad alto rischio e senza nessuna garanzia per i nostri lavoratori: per una selezione di 80 posti arriverebbero persone da tutta Italia.
E’ quindi concreta la possibilità di creare, senza motivo, una grave emergenza occupazionale che andrebbe ad aggiungersi al già citato aumento di costi di gestione come elemento penalizzante per la collettività.
Non ci spieghiamo, inoltre, perché l’eventuale internalizzazione colpirebbe il solo servizio gestito dalla RTI Coopselios–Auroradomus, affidato oltretutto dopo ampia selezione.
Questa paventata situazione ci amareggia particolarmente perché si verifica dopo anni di proficuo e professionale lavoro nei servizi della città, anni in cui i nostri lavoratori hanno certamente contribuito in modo rilevante a far crescere la qualità dell’offerta dell’intero sistema welfare locale”.
Le scriventi cooperative hanno provveduto anche a inviare, in data odierna, una missiva indirizzata a tutti gli eletti del Consiglio Comunale di Piacenza, ai componenti della Giunta Comunale guidata dal Sindaco Paolo Dosi e alla Presidenza della Regione Emilia Romagna".