"Ultima follia a scuola: entra nel programma l'ora di autoerotismo". E' il titolo di un articolo pubblicato oggi, con richiamo in prima pagina, sul quotidiano Il Giornale e che da questa mattina sta facendo discutere a tutti i livelli: bar, social network e anche istituzioni. Una discussione che a Piacenza si fa particolarmente accesa visto che la scuola in questione è una "media" della città. La storia raccontata dal giornalista Giovanni Masini parla di una coppia di genitori che ad ottobre si sono visti proporre il progetto didattico "Viva l'Amore" promosso dalla Regione Emilia-Romagna e finalizzato all'educazione sessuale dei giovanissimi studenti piacentini. Un programma che in teoria, stando alle informazioni fornite ai genitori in questione, doveva essere facoltativo ma che facoltativo non è. Morale, quando questa mamma e questo papà si sono resi conto di che tipo di progetto si trattava, dei contenuti proposti e, in più in generale, dell'impostazione di tutto il percorso didattico, proprio non sono riusciti ad esercitare la "facoltà" teoricamente prevista. Hanno dovuto fare il diavolo a quattro semplicemente perché volevano evitare che il loro bambino si trovasse ad ascoltare nozioni che, a loro parere, non erano in linea con l'educazione che gli stanno dando.
Il perché lo spiega bene il consigliere regionale Matteo Rancan, piacentino di Cortemaggiore, eletto a Bologna nelle file della Lega Nord. “Ancora una volta si è riusciti a rovinare un progetto che aveva tutte le carte in tavola per essere qualcosa di veramente utile e importante per i nostri ragazzi trasformandolo in un abominio”. Così Rancan, in una nota congiunta inviata alla redazione con Luca Zandonella, coordinatore provinciale del Movimento GiovaniPadani di Piacenza, interviene a seguito delle polemiche sollevate da alcuni genitori su “Viva l’Amore”, quello che avrebbe dovuto essere un percorso di “educazione alla sessualità e all'affettività” e che invece si è trasformato in un corso di autoerotismo con tanto di elogio alle coppie gay e scherno alle mamme “casa e lavoro”.
“Spiegare ai ragazzi la sessualità – attaccano Rancan e Zandonella – è una cosa difficile senza dubbio ma importante, e della quale la scuola deve farsi carico. Quello che avrebbe dovuto essere un corso per spiegare ai ragazzi i rischi derivanti dai rapporti non protetti, a non mercificare il proprio corpo, a scoprire il valore dell’amore senza fretta e con piena consapevolezza di sé e dell’altro, si è invece trasformato in un abominio. Un conto è illustrare ai ragazzi quali sono i metodi contraccettivi, quali sono i rischi di avere rapporti sessuali nonprotetti… un altro è parlare di autoerotismo ed elogiare le coppie omosessuali bocciando nel contempo l’immagine delle mamme che quando rientrano a casa la sera dopo una giornata di lavoro sono stanche e non escono con le amiche. Ma che razza di progetto è questo? Stiamo scherzando? Una donna che lavora, cresce dei figli e portava avanti la casa deve essere bocciata perché la sera non va al cinema con le amiche? La Regione Emilia Romagna non può proporre stereotipi di questo genere e siccome il progetto è ‘sponsorizzato’ proprio dalla Regione – attacano Rancan e Zandonella -, è evidente che qualche cosa deve essere chiarito. Così come deve essere chiaro che questi corsi extracurriculari sono facoltativi. Quanto accaduto a Piacenza dove due genitori hanno dovuto affrontare una vera e propria lotta per esonerare il proprio figlio da queste lezioni ha dell’incredibile e non deve più ripetersi”.
“In Emilia Romagna l’insegnamento della religione è facoltativo, ma l’ora di autoerotismo e di lode all’omosessualità è obbligatoria? Bonaccini deve rispondere al più presto e deve convocare in tempi rapidissimi i responsabili del progetto e i docenti per rivedere le cose. Così com’è, questo progetto proprio non funziona”.
Sul percorso educativo "Viva l'Amore" prende una posizione netta anche il consigliere regionale Tommaso Foti (Fdi), che interviene attraverso la presentazione di un’interrogazione alla Giunta, sul percorso, rivolto alle scuole: “Il libretto distribuito alle famiglie relativo al detto percorso, contiene istruzioni molto esplicite, con tanto di illustrazioni, sull’uso dei contraccettivi maschili e femminili, sezioni dedicate alla masturbazione e questionari sulle trasformazioni ‘gradevoli o sgradevoli’ della pubertà”.
“'Viva l’amore'- rileva il consigliere-, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, proposto anche in una scuola media di Piacenza, affronta i temi dell’identità e delle discriminazioni di genere: a tal fine, ai ragazzi è richiesto se condividono o meno il ‘modello di uomo e di donna’ proposto in famiglia. L’obiettivo esplicito è quello di combattere gli ‘stereotipi di genere’”.
Foti disapprova l’iniziativa: “Meglio sarebbe prospettare per le attività extra-curriculari dei giovani ben altri percorsi di conoscenza rispetto a quelli attuati, sostituendo quelli quantomeno discutibili, quali 'Viva l’amore', del quale peraltro si chiede il costo a carico del bilancio regionale, con altri volti alla conoscenza, ad esempio, del dialetto e delle tradizioni locali e dell’educazione civica”.
Ecco l'articolo de Il Giornale: "Ultima follia a scuola: entra nel programma l'ora di autoerotismo"