Telefono Rosa e Comune di Piacenza insieme per sostenere le donne vittime di violenza. In occasione dell'8 marzo è stato avviato un progetto di mutuo aiuto per le donne che hanno subìto violenza con particolare attenzione al reinserimento del mondo del lavoro. "Da tempo abbiamo avviato un laboratorio di sartoria proprio per donne appena uscite da un episodio di violenza o da una relazione traumatica – spiega Donatella Scardi di Telefono Rosa – un progetto per aiutare le vittime di episodi gravi a ritrovare la voglia di socializzare, di lavorare, di aprirsi, di reagire. E abbiamo notato che, mentre lavorano, le donne parlano tra loro, si confrontano, si sfogano, si aiutano a vicenda. Per questo motivo abbiamo deciso di istituzionalizzare questa ricerca del dialogo. Abbiamo così avviato un percorso di mutuo aiuto che partirà ad aprile: nella pratica le donne che vorranno aderire si confronteranno tra loro durante momenti di incontro, parleranno, renderanno partecipi le altre presenti del proprio dramma. Un modo, insomma, per superare insieme il trauma. Il tutto sotto il coordinamento della psicologa specializzata Ilaria Geste". Le partecipanti sono state divise in due gruppi da sei – sette persone ciascuno, gli incontri saranno invece 20, due a settimana da due ore ciascuno. Il Comune ha contribuito con una copertura spese di mille euro.
Ma in occasione dell'8 marzo Donatella Scardi ha voluto tracciare un bilancio: nel 2014 sono state 236 le donne che hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa, un numero in linea con gli anni passati. Ha visto invece una vera e propria escalation il numero di persone che hanno contattato l'associazione per denunciare atti di violenza subiti da terzi: "Nel 2014 sono state 37 le persone che hanno chiamato per segnalare situazioni di violenza di cui erano a conoscenza, ma che non le coinvolgevano direttamente" spiega Scardi. "Se si pensa che fino al 2013 erano al massimo una o due le chiamate di questo tipo si comprende quanto sia significativa questa inversione di tendenza: è la dimostrazione che l'opera di sensibilizzazione sul tema funziona, che le persone non si voltano più dall'altra parte facendo finta di non vedere. Anche perché, come dico sempre, quando si parla di situazioni di violenza non bisogna 'farsi gli affari propri', bisogna farsi anche un po' gli affari degli altri".