Nell'ambito della Stagione Ricorrenze in Musica – Concerti aperti alla città, domenica 8 marzo alle 17, in occasione della festa delle donna, alla Sala dei Teatini si terrà un concerto tutto al femminile. Un concerto di donne dedicato alla donna nel giorno in cui la sua figura viene celebrata. Protagoniste le Cameristiche dell'Orchestra Filarmonica italiana dirette da Tania Morandini in un programma che prevede musiche di Sibelius, Cajkovskij e Mozart.
Il concerto, ad ingresso gratuito, sarà infatti aperto dall'Andante Festivo di Jean Sibelius a cui seguirà la Serenata per archi op.48 di Petr Il'ic Cajkovskij, mentre a chiudere sarà la Sinfonia n.36 in do maggiore K525 Linz di Mozart.
Nel gennaio del 1939, dopo più di un decennio in cui non era salito sul podio, Jean Sibelius cedette alla richiesta dell'amico Olin Downes, critico del New York Times, che lo spronava a riprendere la bacchetta in occasione di una trasmissione radiofonica destinata a celebrare l'Esposizione universale di New York. Il musicista diresse il suo Andante festivo per orchestra d'archi e timpani (trascrizione di un brano per quartetto d’archi del 1922). La registrazione rappresenta l'unico documento sonoro giunto a noi del Sibelius direttore ed è frutto di una sola prova in seguito alla quale l'autore chiese semplicemente agli orchestrali di essere «più poetici»: ne scaturì una pagina tuttora di grande intensità emotiva, nella quale gli archi dispiegano con forza lunghe frasi melodiche in un'atmosfera permeata da una profonda spiritualità.
La Serenata op. 48 è una delle composizioni del catalogo cajkovskiano che corrispondono ad un periodo di crisi personale e stasi creativa che il musicista russo affrontò tra gli anni 1877 e 1885, crisi nata da un improbabile matrimonio tra Cajkovskij ed una sua ex allieva di Conservatorio e fanatica ammiratrice, Antonina Miljukova, e che lo aveva fatto sprofondare nel baratro di una disperazione tale da incidere profondamente sulla sua vis creativa. Sono anni quindi poco produttivi per Cajkovskij e segnano uno spartiacque fra un primo periodo, che in pratica si conclude con le Variazioni su un tema rococò del dicembre 1876, ed un altro che si apre nel 1885 con la sinfonia Manfred e l'opera Cerevicki (Gli stivaletti), e che sfocerà nelle grandi composizioni degli ultimi anni della tormentata esistenza del maestro russo.
Scritta tra il settembre ed il novembre del 1880, ed eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 30 ottobre del 1881, la Serenata op. 48 è dedicata a Kostantin Karlovic Albrecht, violoncellista e compositore, fondatore con N. Rubinstejn del Conservatorio di Mosca, e amico intimo di Cajkovskij. Una figura quindi di accademico in onore del quale Pétr Il'ic pensò bene di scrivere qualcosa che "accademicamente" potesse entrare in sintonia con i gusti e le aspettative di quello, cosa che coincideva senza bisogno di compromessi con quelli che all'epoca erano i bisogni e le possibilità di Cajkovskij. Suddivisa in quattro movimenti: Andante non troppo – Allegro moderato (pezzo in forma di sonatina); Moderato (Tempo di valzer); Larghetto elegiaco (Elegia); Andante – Allegro con spirito (Finale tema russo), la Serenata propone strutture linguistiche proprie del XVIII secolo, come per esempio nel tema introduttivo al primo movimento, nella regolare struttura delle frasi melodiche, nell'ordinato cadenzare del discorso armonico, nel ricorrere ai piccoli fugati molto di maniera. La voglia di oggettività espressiva scevra da coinvolgimenti emotivi pare dunque essere la parola d'ordine dell'intera composizione, se non fosse per quel continuo apparire e sparire di brevi incisi melodici che portano con sé il profondo ed amaro sapore del melanconico mondo caikovskiano. Mondo che appare edulcorato nel grande valzer del secondo movimento. Il gusto per la danza, proprio dello stile del maestro russo, pervade questo delicato valzer in cui lo sfavillìo dei colori, tante volte ascoltato nei celeberrimi balletti, appare velato da un senso di austero rigore. Il breve intervallo dell'elaborata Elegia ci porta al movimento conclusivo della Serenata: il Finale à la russe. Il vivace tema ritmico proprio della tradizione slava si fa strada nelle ultime battute dell'Elegia e si raccorda con la ripresa del tema d'apertura del primo movimento. Anche qui però tutto è contenuto. Il brio, l'esultanza è quasi un dagherrotipo, una fotografia che mette tutti in posa. Il riferimento per Cajkovskij in questo caso è l'immagine che l'accademismo musicale europeo si è fatta del gusto à la russe, e, in ossequio ad un volontario oggettivismo accademico, il musicista dà corpo a ciò che tutti si aspettavano di ascoltare, dando vita ad un brano in cui, sotto un'aura di elegante semplicità, si nascondono le vicissitudini dolorose di una crisi profonda.
La Sinfonia n.36 K 525 in do maggiore, soprannominata “di Linz” e composta nel novembre del 1783. Ancora una volta siamo in presenza di una composizione nata in occasione di uno dei molti viaggi di Mozart, stavolta da Vienna alla natia città di Salisburgo,· per presentare al padre Leopold e alla sorella Nannerl la giovane sposa Konstanze alla quale si era unito nell'agosto precedente.
Di ritorno la coppia si fermò a Linz e in quella città il compositore, trionfalmente accolto, ricevette, dal conte Thun la commissione di una sinfonia per un'Accademia, che venne tenuta il 4 novembre 1783. "Martedì 4 novembre terrò un concerto a teatro e, poiché non ho con me alcuna delle mie sinfonie, ne scriverò una che ho già in mente e che sarà appunto ultimata per quella data".
Mozart diede prova della assoluta padronanza raggiunta nella forma-sonata orchestrale realizzando la Sinfonia K525 in do maggiore in soli quattro giorni. Vuoi per l'accoglienza ricevuta nella cittadina austriaca, vuoi per uno stato d'animo particolarmente sereno, o vuoi ancora per omaggiare entusiasticamente un antico sostenitore, il carattere della Linz è festoso e celebrativo, e contribuisce alla caratterizzazione anche l'orchestrazione con trombe e timpani in grande evidenza e insolitamente presenti persino nel Poco Adagio.
Ma la rapidità di composizione non impedì a Mozart di anteporre al primo tempo vero e proprio una solenne introduzione, secondo un modello caro ad Haydn. Il primo tempo, perciò, ha indicazione Adagio-allegro spiritoso ed è più convenzionale degli analoghi movimenti delle sinfonie che precedono la k525. Il conte Thun nutriva una passione per la materia militare, Mozart lo accontenta confezionando entrambi i temi con tratti epici e cavallereschi. L'Andante che segue è in forma-sonata ancora, i temi sono sempre non contrastanti, ma la tensione emotiva viene fatta scaturire dalle condotte cromatiche. Il Minuetto ha un carattere di turbinoso dinamismo e sembra citare canti e danze popolare dei dintorni di Linz. Il Presto conclusivo è serratissimo e si caratterizza per il frequente passaggio del materiale tematico da una sezione all'altra dell'orchestra, e per il ricorrere di passaggi contrappuntistici che preannunciano la grandiosità architettonica che si paleserà nella Jupiter e che non sarà mai superata