Tari, Camisa (Confapi): “Le aziende pagano più del dovuto”. Risponde Gazzola

Cristian Camisa, Presidente di Confapindustria, prende una posizione molto forte sulla tassa dei rifiuti (TARI). Alla luce della risoluzione del ministero delle finanze del 9 dicembre scorso che ha fornito un chiarimento interpretativo inequivocabile –esordisce il Presidente Camisa- molte aziende dovrebbero pagare solo una parte dell’attuale tariffa in quanto è stato stabilito che tutti i rifiuti speciali non assimilabili non sono soggetti alla tassazione.

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Presidente Camisa, cos’è la TARI?

La TARI è il nuovo nome della tassa dei rifiuti che ogni azienda annualmente paga.

 

La TARI ha un’incidenza importante sulle aziende?

Le aziende pagano in base alla superficie: stiamo parlando per tantissime realtà di decine di migliaia di euro all’anno se non di centinaia per quella più grandi.

Perché secondo lei in molti casi la TARI non è dovuta o la sarebbe solo in parte? Il 9 dicembre scorso il Ministero dell’economia e delle finanze ha diffuso una risoluzione interpretativa sulla Legge 147/2013 che chiarisce molto bene quali sono le superfici tassabili e quali no. Di fatto, nella determinazione della superficie assoggettabile alla TARI, non si deve tenere conto di quella parte di essa ove si formano, in via continuativa e prevalente, rifiuti speciali non assimilabili al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori. Di fatto non si dovrebbe pagare la TARI non solo per lo spazio occupato da questi rifiuti speciali non assimilabili ma anche per il magazzino intermedio. Ad oggi le aziende in molti casi sono soggette ad una doppia tassazione.

Perché allora le aziende stanno ancora pagando le stesse tariffe? Semplice, perché l’Italia è un paese strano, perché quando qualcosa va a favore delle imprese e dei cittadini ci si mette di mezzo la burocrazia. A fronte della risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze i comuni avrebbero dovuto modificare i regolamenti comunali e semplicemente la grandissima parte non l’ha ancora fatto.

Quindi qual è la sua proposta?

Le strade sono due: la prima ed è quella che auspico è che tutte le associazioni piacentine più rappresentative ed interessate e mi riferisco in particolare a Confindustria, a CNA e a tutte le altre associazioni, si uniscano a noi per fare una richiesta unitaria ai comuni di Piacenza e della provincia perché si adeguino immediatamente e le aziende paghino solo quello che è dovuto e non un euro di più. La seconda è che la singola azienda caso per caso vagli la propria posizione con l’aiuto di un esperto. In questa seconda ipotesi noi saremo al fianco delle aziende e immediatamente apriremo uno sportello per aiutarle: si arriverebbe a decine e decine di contenziosi e sarebbe controproducente per tutti.

Qualora i comuni non si dovessero comunque adeguare?

Sarebbe curioso a fronte di una richiesta forte da parte del mondo dell’impresa, a maggior ragione visto che questa presa di posizione fa riferimento ad una circolare che viene direttamente dal Ministero, non si affronti la questione. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità, come tutti i giorni gli imprenditori ed i lavoratori si assumono le proprie  anche la politica lo deve fare.

Perché secondo Lei nessuno aveva ancora preso posizione?

Perché a Piacenza si pensa ancora solo troppo al particolare e si continua a fare fatica a giocare in squadra per obiettivi più grandi. Noi vogliamo cambiare questo modo di agire che ha portato ad un lento ma inesorabile declino il nostro territorio.

 

Tari, le precisazioni dell’assessore Gazzola sulla tassa dei rifiuti

“A fronte delle dichiarazioni del presidente di Confapindustria Cristian Camisa, che invita al pagamento solo parziale della Tari, mi sembra doverosa una precisazione sulle normative vigenti e sulla loro applicazione da parte del Comune di Piacenza”. Così l’assessore al Bilancio Luigi Gazzola interviene sul discusso tema della tassazione dei rifiuti speciali non assimilabili, disciplinato dalla legge 147 del 2013, ricordando che “la nostra Amministrazione, a differenza di Reggio Emilia e Bologna che non hanno ancora provveduto, ha adeguato il Regolamento comunale della Tari nel luglio scorso, proprio in base a quanto previsto dalla norma in questione”. 
“Le modifiche introdotte – prosegue l’assessore – non sono certo state apportate in autonomia, bensì condivise a livello regionale, nell’ambito di un Tavolo tecnico sui tributi con sede presso Anci Emilia Romagna. Da questo iter è scaturita una nota dell’associazione dei Comuni datata 27 giugno 2014 (n. di protocollo 142), ulteriormente confermata, nei contenuti, dalla successiva circolare n. 255 del 3 dicembre, in cui Anci Emilia Romagna sancisce la correttezza di quanto si è stabilito di scrivere nei vari Regolamenti sulla Tari della Regione, in materia di imposizione delle zone di produzione e di magazzino. Nella stessa circolare si sottolinea, inoltre, che i provvedimenti adottati sono in linea con la posizione del Ministero delle Finanze, la cui risoluzione del 9 dicembre scorso non solo non contrasta con il Regolamento del Comune di Piacenza, ma riguarda un caso specifico e non può, pertanto, essere presa a riferimento per l’interpretazione generale”. 
“Ciò non toglie – conclude Luigi Gazzola – che si tratti di una norma di non facile lettura: sarebbe senz’altro auspicabile un intervento del legislatore nazionale per una riscrittura, che non lasci spazio ad alcuna opinabilità”.