Castello, progetto per l’integrazione dei nomadi. La Lega: “E’ razzista”

 “I campi nomadi vanno cancellati e questa iniziativa è razzista”. E’ lapidario il segretario provinciale della Lega Nord, Pietro Pisani, nel commentare il progetto dell’amministrazione di Castelsangiovanni per l’integrazione dei sinti che risiedono nel Comune della Valtidone. In buona sostanza, il sindaco Lucia Fontana, ha deciso di tramutare il decreto 90 del 2014 del governo, in un progetto che – grazie all’associazione San Vincenzo de Paoli – permetterà ai “nomadi” di svolgere lavori socialmente utili per non perdere i benefit di cui godevano (bus e mensa scuola e bollette di gas e luce calmierate). 
In pratica i sinti, che pare abbiano già accettato, affiancheranno gli addetti di Iren nella pulizia intorno ai cassonetti per la raccolta dei rifiuti (dove spesso si consuma l’inciviltà di molti) e si impegneranno a gestire al meglio il centro per lo stoccaggio di Castelsangiovanni. “Un lavoro necessario – aveva precisato il sindaco – per mantenere certe agevolazioni. Altrimenti verranno revocate”.
Una proposta che, però, non è affatto piaciuta alla Lega Nord piacentina che, attraverso le parole del suo segretario, ha tuonato verso questo progetto: “I campi nomadi non hanno ragione di esistere, devono essere cancellati” ha premesso Pisani. Che ha poi chiarito la posizione del Carroccio: “Il progetto non è condivisibile, perché si fanno discriminazioni verso una particolare etnica di persone. E’ razzista. Quindi, seppur comprendendo che lo spirito è quello di riportare nella legalità coloro che ne vivono al di fuori, non può trovarci d’accordo”. 

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L’iniziativa “interventista” del sindaco Lucia Fontana, rischia però di mettere in imbarazzo prima di tutto la Lega Nord, che a Castelsangiovanni fa parte della maggioranza ed esprime l’assessore Valentina Stragliati. Ma anche su questo aspetto, il segretario ha voluto essere chiaro: “La nostra battaglia è contro la legge del governo Renzi, che è discriminante. Poi le amministrazioni sono costrette a recepire le leggi statali, ma facendo buon viso a cattivo gioco. Non è il modo giusto per governare, bisognerebbe invece responsabilizzare i cittadini e non averne alcuni ai quali si pagano le bollette e altri no. Perché non vengono pagate le bollette ai nostri pensionati? I sinti sono ormai piacentini a tutti gli effetti, essendo residenti da molti anni. E allora sarebbe giusto che venissero trattati come tutti gli altri”.