Lo Stato paga 195mila euro all’anno di affitto alla Provincia di Piacenza per utilizzare il palazzo della Prefettura in via San Giovanni 17. La circostanza era nota da anni, forse meno l’ammontare effettivo del canone di locazione, che è riportato all’interno di un articolo pubblicato sul fattoquotidiano.it e che parla dello strano atteggiamento del governo che, per reperire risorse, mette in vendita le caserme dismesse ma, come in questo caso, paga l’affitto a un altro ente per utilizzare un immobile. Una mancanza di buon senso che, spesso, il cittadino comune non può capire, a fronte, per di più, di un patrimonio in eccesso davvero mastodontico.
Parallelamente, infatti, è stata istituita una Task Force per la valorizzazione e la dismissione degli immobili non residenziali del Ministero della Difesa, tra i quali, si legge nelle tabelle, è compresa la “Convenzione tra lo Stato Maggiore dell’Esercito, la Direzione dei lavori e del Demanio e la Società Difesa Servizi S.p.a., per la valorizzazione e la gestione economica dell’area denominata ‘Piano caricatore ferroviario’ di Piacenza, stipulata in data 6 agosto 2014”.
“Se però si prende l’elenco dei beni pubblici in vendita – si legge nell’articolo a firma Thomas Mackinson – e lo si incrocia con la lista dei 150 che il governo affitta a privati, il paradosso diventa un assegno da 30 milioni di euro che ogni anno vola letteralmente fuori dalla finestra delle Prefetture. Quasi mai per motivi logistici e funzionali, quasi sempre con la causale della ‘rappresentanza di governo’ che tiene fuori dai portoni la ‘razionalizzazione’ della spesa e pure il buon senso dell’uomo comune, quello che ha portato il 78,2% delle famiglie italiane a fare enormi sacrifici per avere una casa di proprietà anziché buttare i soldi in un affitto. Ecco, lo Stato fa l’esatto contrario: pur avendo patrimonio da vendere ne affitta altro, a peso d’oro”.
E all’interno di quei 30 milioni di euro di spese per la “rappresentanza di governo” rientrano anche i 195mila euro che lo Stato, ogni anno, paga all’ente di via Garibaldi per utilizzare il monumentale palazzo Scotti da Vigoleno, sede della Prefettura.
“E’ uno degli immobili di proprietà della Provincia, allocati a un ente dello Stato e per il quale gli altri enti dello Stato pagano l’affitto alla Provincia”. Un meccanismo vorticoso e poco comprensibile che ci è stato spiegato dal presidente della Provincia, Francesco Rolleri, che ha ammesso come, da quale tempo, “è in essere un piano per la mappatura di questi immobili, di proprietà dello Stato e locati ad altri enti statali, per vedere la possibilità di andare a collocare questi immobili all’interno di un fondo comune e poterli mettere sul mercato o utilizzarli per altre esigenze. E’ una partita sulla quale il governo sta facendo certe considerazioni”. Non a breve, naturalmente. E così, in attesa che si sblocchi qualcosa, a Piacenza rimangono decine di caserme o strutture inutilizzate e lo Stato continua a sborsare ogni anno all’ente di via Garibaldi 195mila euro per avere sede nel palazzo di via Garibaldi.
“Per noi è un’entrata – ha aggiunto Rolleri -, perché sono soldi che rimangono all’interno del bilancio statale. La Provincia, se non avesse quel tipo di entrata, dovrebbe trovare altri fondi di trasferimenti statali”.
La questione, comunque, dura da anni. E se ne era già interessato l’allora presidente della Provincia Massimo Trespidi, intimando addirittura lo sfratto alla Prefettura. Poi, anche grazie allo spostamento in via Garibaldi di 25 dipendenti del Csa, l’ufficio scolastico provinciale i cui uffici erano ospitati a Borgo Faxhall, si era arrivati a un accordo (con un risparmio per l’ente di via Garibaldi di circa 180mila euro).
Ma le reazioni politiche non sono mancate. “La Provincia è stata tartassata da una riforma becera e quindi capisco che Rolleri dica: finché ho questa entrata me la tengo – ha detto il consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan -. Ma c’è da dire che la Prefettura è un ente inutile. In Emilia Romagna si spendono 1 milione e 620mila euro all’anno per affittare Prefetture. A cosa servono? Per mandare profughi nei Comuni e far dire al prefetto di mettere le inferriate alle finestre per la sicurezza. Noi riteniamo che, se proprio dev’essere mantenuta, la Prefettura trovi sede in un edificio già di proprietà dello Stato e per il quale non deve spendere altri soldi”.
“Sarei favorevolissimo – ha spiegato invece il consigliere comunale Paolo Garetti, della lista Sveglia” – però da un punto di vista pratico bisognerebbe fare interventi tali per cui, seppur logici, non sarebbero sostenibili a rendere una caserma utilizzabile per le funzioni di una Prefettura”. In pratica, secondo Garetti, “è il minore dei mali, anche se si creerebbe un volano di lavoro nell’edilizia, che ha un rapporto di 1 a 4, cioè se si investe 1 si ottiene 4 sul Pil, secondo uno studio effettuato in Francia. Però, in un momento come questo, mettere sul piatto milioni di euro per ristrutturare una caserma per non pagare gli affitti, lo farei solo se ci fosse chi compra il palazzo e con quei soldi potrei ristrutturare una caserma. Certo che tutto il sistema è comunque sbagliato, ma va affrontato in momento di stabilità economica”.