Trebbia di nuovo in pericolo dopo la conquista del “minimo deflusso vitale”

Si è tenuta in mattinata una conferenza stampa dedicata alla presentazione di un progetto di nuova derivazione sul Trebbia a Mirafiori presentato dal Consorzio di Bonifica. Le associazioni Fipsas, Legambiente e No Tube – che da anni si battono per la tutela del territorio piacentino e in particolare della Valtrebbia – hanno studiato il progetto e hanno riscontrato "molte criticità – hanno detto – e gravi rischi per il fiume, che potrebbe ritornare in secca d'estate come è stato fino al 2013, prima che il Minimo Deflusso Vitale fosse applicato realmente". Il problema – come ha spiegato Gian Marco Rancati – è legato alla tipologia di derivazioni che il consorzio intende realizzare: si tratterebbe infatti di derivare non tanto l'acqua in superficie ma quella presente nel subalveo, ovvero quella specie di "spugna" costituita da ghiaia e terreno che durante il periodo estivo resta comunque impregnata e umida garantendo la sopravvivenza delle falde che sono di fondamentale importanza per la vita stessa del fiume. Andando a prosciugare il subalveo, secondo le associazioni ambientaliste, si corre il rischio che pur mantenendo il minimo deflusso vitale, l'acqua che corre in superficie finisca con l'essere assorbita dal subalveo stesso, lasciato a secco, e di conseguenza il fiume si svuoterebbe e rischierebbe la morte nei periodi caldi; ovvero proprio ciò che si vuole evitare con il minimo deflusso vitale. Se ne parlerà in un incontro nella sede di Legambiente nella serata di giovedì 26 febbraio alla presenza di esperti come il geologo Giuseppe Marchetti e di rappresentanti delle amministrazioni comunali interessate. 

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