Un contributo economico per aiutare una madre con due figli piccoli ad affrontare le necessità più immediate: è quello disposto nei giorni scorsi dalla Fondazione emiliano-romagnola per le Vittime dei Reati a favore della donna che, qualche mese fa nel piacentino, è stata sequestrata e violentata dall’ex convivente.
Per anni la donna ha vissuto e lavorato con l’uomo in una condizione di isolamento e di terrore, con il timore che potesse fare del male ai due figli minorenni se avesse provato a ribellarsi. La situazione è precipitata la scorsa estate quando, dopo una serata con amici, in un accesso d’ira furibondo e incontrollato, l’uomo ha ripetutamente picchiato la giovane, minacciandola di morte con un coltello e costringendola, dopo averla trascinata in una zona boschiva isolata nei pressi della città, ad avere rapporti sessuali. Solo quando lui si è addormentato la donna è riuscita a scappare chiedendo aiuto a un automobilista di passaggio.
Dopo un’indagine da cui è emersa tutta la violenza di una relazione che durava ormai da anni, l’uomo è stato arrestato con l’accusa di lesioni e maltrattamenti, sequestro di persona, violenza sessuale e atti persecutori nei confronti della compagna. In un quadro tanto drammatico l’intervento della Fondazione, richiesto dal sindaco Paolo Dosi, assicura almeno la possibilità di fare fronte alle spese più urgenti e immediate: affitto dell’appartamento, mensa e scuola dei bambini, cure psicologiche.
“Sin dal 2004 – commenta il sindaco Dosi -, la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, che vede il Comune di Piacenza tra i soci fondatori, interviene a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia, quando, da delitti non colposi, ne derivi la morte o un danno gravissimo alla persona. L´intervento può essere attivato quando il fatto sia avvenuto entro i confini della regione, ma anche all’esterno laddove vittime siano cittadini residenti in Emilia-Romagna”.
Prosegue il primo cittadino: “La Fondazione agisce in termini concreti: tra gli interventi possono rientrare il sostegno scolastico ai figli della vittima, particolari cure mediche, contributi per la copertura dell'affitto o del mutuo per l'abitazione, oppure semplicemente una donazione una tantum per affrontare nell'immediato le difficoltà più urgenti. L´intervento, infatti, non è mai definito a priori, ma cerca di sostenere nel concreto i bisogni della vittima o dei suoi familiari. La richiesta di intervento della Fondazione deve essere formulata al sindaco, del Comune di residenza o del Comune dove è avvenuto il caso criminoso”.
Conclude Dosi: “La Fondazione è stata voluta per poter intervenire con rapidità, senza dover affrontare i vincoli burocratici tipici della pubblica amministrazione, di fronte a emergenze, spesso drammatiche, delle vittime e delle loro famiglie pur mantenendo l'intervento nell’area della responsabilità pubblica”.
Sin dalla costituzione della Fondazione, presidente è l’on. Sergio Zavoli, mentre solo da pochi mesi direttrice è Elena Buccoliero. Nel Comitato dei garanti siede la piacentina Elisa Cavazzuti.