Sicurezza, il sindaco di Borgonovo: “Rivoluzione pacifica o ci restiamo sotto”

Il tema sicurezza sta investendo tutto il territorio piacentino con una forza finora mai vista. La gente è preoccupata e di conseguenza le istituzioni si interrogano su quali siano le misure più efficaci da mettere in campo per tentare di arginare un fenomeno complesso – furti, rapine, truffe, spaccio – in costante crescita nonostante i dati, per alcuni settori, dicano il contrario. Da Borgonovo parte una presa di posizione particolarmente forte e arriva dal sindaco Roberto Barbieri dopo il crescendo di episodi che hanno interessato il suo Comune. Basti pensare alla serie impressionante di tentativi di furto ai danni della stazione di servizio tra Borgonovo e Castello, oltre venti colpi in poco tempo, e basti pensare all’arresto eclatante, qualche giorno fa, di un albanese considerato punto di riferimento di un giro di spaccio ampio, che andava oltre il Piacentino. E proprio con riferimento a questo arresto, Barbieri – eletto con una lista civica sostenuta, tra gli altri, da Pdl, Lega e Udc – si è detto particolarmente perplesso; non tanto per l’arresto in sé, quanto per la situazione in cui viveva il soggetto in questione, con regolare residenza a Borgonovo: una situazione di contesto famigliare – dice il sindaco – decisamente anomala e sulla quale forse era il caso di fare accertamenti più approfonditi già da subito.

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Ed è proprio questo il punto centrale della sua riflessione, che prende le mosse dai fatti di cronaca ma che si sposta immediatamente sulle possibili soluzioni, sulle azioni da mettere in campo. “Molti miei colleghi amministratori – dice – ma anche molti cittadini si concentrano sulle telecamere, come se la prevenzione in tema di sicurezza dipendesse da questi sistemi. Io sono convinto che ci voglia ben altro, anche perché è emerso proprio in quest’ultimo periodo come i sistemi di videosorveglianza non abbiano poi tutto questo potere deterrente”. Così come non ha senso, secondo Barbieri, “scervellarsi” per mettere in campo soluzioni tampone come ronde, come il coinvolgimento di associazioni di ex poliziotti o carabinieri, quando non si fa nulla per affrontare il problema che sta è all’origine e che riguarda gli accessi. “E’ qui che dobbiamo concentrarci – dice il primo cittadino borgonovese – e dobbiamo studiare azioni più incisive, controlli più mirati prima di concedere permessi, residenze e quant’altro”.

La situazione del cittadino albanese poi finito in manette perché sospettato di essere il perno di un giro di spaccio decisamente vasto non è che la punta di un iceberg. “Certi vincoli burocratici della pubblica amministrazione sono assurdi – afferma Roberto Barbieri senza girarci troppo intorno – Il fatto è che non tutti i cittadini li conoscono finché non vi hanno a che fare direttamente. E’ assurdo, ad esempio, che io come sindaco non possa destinare parte delle entrate comunali che arrivano dalle sanzioni stradali sul settore della sicurezza del mio Comune. Non ha proprio senso”.

E ancora, con riferimento agli accessi indiscriminati, senza controlli, senza ragionamenti adeguati sulle conseguenze che generano per tutti i cittadini, il sindaco di Borgonovo parla di come siano aumentate a dismisura le spese per i servizi sociali; spesso per gestire situazioni che hanno – ancora una volta – dell’assurdo. E fa l’esempio dei tre ragazzini egiziani – di cui s’era parlato e scritto la scorsa estate – che si sono presentati in Comune a Borgonovo dicendo di essersi smarriti, di non sapere come fare, di non avere parenti in Italia. “Io mi sono attivato per aiutarli – ha detto il sindaco -, sono andato dal Prefetto, al Consolato egiziano, ho fatto tutto quello che dovevo fare per aiutarli a ricongiungersi con i loro genitori, visto che si sapeva dov’erano, visto che i ragazzini avevano i documenti quindi erano identificati compiutamente. Io ovviamente intendevo un ricongiungimento famigliare in Egitto, come immagino dovrebbe essere auspicabile per qualsiasi genitore che si trovi ad avere i figli lontani da casa”. Eppure, racconta Barbieri, la legge italiana non lo consente. Morale, questi tre ragazzini sono a carico del Comune di Borgonovo e costano 100 euro al giorno per essere ospitati in una struttura quando sarebbe stato decisamente più economico – oltre che giusto e auspicabile nell’interesse dei minorenni stessi e delle loro famiglie – aiutarli a tornare a casa loro, magari anche pagandogli il biglietto aereo.

Situazioni insostenibili, dunque, di fronte alle quali il sindaco Barbieri non vede soluzione se non quella di una “rivoluzione pacifica”, così la definisce, che coinvolga tutti i cittadini per fare in modo che cambino le cose, che si facciano riforme serie. In caso contrario “qui ci rimaniamo sotto tutti”.