No, nessun senso di colpa. Il presidente di Confindustria Piacenza Emilio Bolzoni non accetta le responsabilità che il leader della Cgil Gianluca Zilocchi attribuisce alla classe imprenditoriale piacentina dopo il fallimento della Rdb, azienda storica di Piacenza.
“Il fatto che finisca la lunga storia della Rdb, che ha fatto parte anche della mia storia personale di imprenditore ed è stata uno dei primi clienti della mia ditta, mi riempie di dolore. Detto questo, però, c’è qualcuno che non si è accorto che abbiamo avuto la più profonda crisi dell’edilizia che ci sia mai stata in questo paese e che in questo periodo ci sono tanti imprenditori che, a differenza di quelli che lavorano nell’edilizia, stanno esportando tanto riuscendo a compensare le difficoltà del paese portando risorse. Gli imprenditori piacentini si stanno prodigando con grandi sforzi nonostante abbiamo avuto tante difficoltà legate alla situazione politica e sindacale. Sinceramente no, non c’è in noi nessun senso di colpa. Le aziende nascono, hanno successo, qualche volta arrivano al punto che non si può più andare avanti. Tenere in vita un’azienda che non ha più dietro una realtà industriale adeguata costa tantissimo, è uno sbaglio. Negli ultimi tempi Rdb è stata tenuta in vita anche se non c’erano le condizioni. Tutto questo è costato a tutti quanti fino a quando poi il tribunale ha preso la decisione giusta perché non c’erano le condizioni per prenderne un’altra. Adesso dobbiamo preoccuparci delle famiglie e dei lavoratori perché quello è doveroso. Speriamo che ora possa emergere qualcuno che ha la prospettiva industriale giusta per dare un futuro a Rdb. Su quello dobbiamo puntare tutti quanti e anche noi faremo il possibile”.
Dal fallimento Rdb alla chiusura dell’Albergo Roma. Anche in questo caso il pensiero di Bolzoni non è improntato al pessimismo: “Non credo che Piacenza perderà l’Albergo Roma. La famiglia ha preso una decisione che dispiace, ma legittima. Non credo che l’Albergo Roma finirà qui. Sono convinto che nascerà una nuova prospettiva per l’albergo perché ci sono le condizioni che rimanga l’albergo più importante di Piacenza. In vista di Expo 2015 avremo davanti sei mesi nei quali avremo problemi perché non avremo abbastanza posti letto per le persone che verranno, ma sarà importante il lascito, le conseguenze che Expo genererà per noi e per l’Italia. Non è questo il momento per chiudere degli alberghi”.
Prosegue anche la battaglia per avere più corse di treni speciali verso Milano. “Questa è una battaglia che non è ancora finita. C’è un ritardo, una disattenzione (per usare un eufemismo) sul fronte politico gravissima. C’è qualcuno che pensa di mettere i 21 milioni di ospiti che verranno sulle 20 corse fatte con treni del 1965 per collegare Piacenza con Milano. E una follia assoluta e noi lo stiamo dicendo con forza ed energia. C’è ancora tempo per correggere. Sono un inguaribile ottimista. Se qualcuno si sveglia forse una soluzione la troviamo”.
Di questi temi, compresa anche la riflessione che il Comune sta facendo sull’introduzione di una tassa di soggiorno, abbiamo parlato anche con il direttore di Confcommercio Piacenza Giovanni Struzzola.
“La tassa di soggiorno Confcommercio l’ha sempre contrastata, significa tornare indietro. Possiamo comprendere che ci siano motivi di bilancio in Comuni piccoli, però reintrodurla a Piacenza – dove noi sappiamo quanto ci stiamo adoperando per far conoscere la nostra città dal punto di vista turistico e quanta fatica si sta facendo perché Piacenza è poco conosciuta – sarebbe penalizzante per lo sviluppo turistico medesimo. Ci auguriamo che sia solo una boutade. Non credo che il Comune risolva i suoi problemi di bilancio con 200mila euro. Si potrebbero razionalizzare meglio altri comparti e speriamo che non vengano introdotti nuovi balzelli. Anche perché noi sappiamo che tanti albergatori si accollano l’onere della tassa quindi ricadrebbe su di loro. Lo stiamo vedendo purtroppo: L’Albergo Roma ha chiuso anche per la crescita delle spese di gestione. A fronte di questa situazione, se andiamo ad appesantirla ulteriormente, sarebbe un grosso errore di prospettiva. Il Comune rifletta bene sull’introduzione di questa tassa antipatica che graverebbe più sulle imprese”.
Struzzola fa una riflessione più ampia sul dibattito legato alla perdita di realtà economiche importanti del nostro territorio: “Credo che Piacenza avrebbe dovuto stare attenta all’innovazione, al cambiamento, a un mondo economico che gira in maniera vertiginosa e che necessita di strategie e novi orizzonti. Piacenza si è crogiolata sul fatto che è sempre stata una città ricca e non ha saputo cogliere i segni del cambiamento, la classe imprenditoriale non ha saputo stare al passo con i tempi. Voglio però vedere il bicchiere mezzo pieno: abbiamo tante possibilità come città. Tra queste il turismo. Dobbiamo però imparare a giocare di squadra, cosa che non facciamo. Siamo troppo individualisti, pensiamo che le situazioni le sappiamo gestire da soli. Invece no. Ci vuole gioco di squadra e passare dalle chiacchiere ai fatti con piccoli passi ponderati. Non mi spaventerei, però. Noi come associazione stiamo molto attenti orientando i nostri soci verso l’innovazione facendola cavalcare. Il ruolo della politica? E’ legato agli orizzonti, alle strategie. Credo che non tutti i nostri politici hanno la capacità di vedere oltre il muro. Vediamo che altre città hanno un mondo politico che supporta le imprese perché hanno una grinta diversa. Qui assistiamo a due mondi che dialogano poco. Son lontani i tempi di Vision 2020. Siamo quasi al 2020 ma vorrei sapere quali progetti abbiamo portato a termine, forse solo l’Hospice, che però serve al mondo sociale. Dovevamo tirare fuori progetti che portassero sviluppo economico”.