Gestione del lutto e funerali, il clero: “La Chiesa non chiede compensi”

Si è riunito questa mattina, nella sala degli Affreschi di Palazzo Vescovile, per esaminare un nutrito ordine del giorno, il Consiglio Presbiterale Diocesano. Ha presieduto i lavori il vescovo mons. Gianni Ambrosio; ha coordinato mons. Luigi Chiesa mentre ha svolto il ruolo di segretario don Celso Dosi (il sacerdote ha avuto, in questo suo ruolo, anche l’approvazione dell’assemblea che si è espressa all’unanimità).

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In apertura il vescovo mons. Ambrosio ha dato alcune informazioni: dopo aver annunciato la nomina di don Celso Dosi a segretario del Consiglio, ha ricordato mons. Antonio Lanfranchi, piacentino arcivescovo metropolita di  Modena: il Presule è affetto da una malattia che recentemente ha comportato il ricovero  in ospedale. Attualmente il suo stato di salute denota un leggero miglioramento, ma le sue condizioni restano preoccupanti.

Il Vescovo si è poi soffermato sul ruolo importante che il Consiglio Presbiterale  ha nella vita della Chiesa locale. Ha poi confermato che in ottobre si terrà un’assemblea ordinaria sulla famiglia e a questo proposito ha avuto parole di compiacimento per l’iniziativa presa nel gennaio scorso dall’Ufficio per le comunicazioni sociali in  occasione della festa del patrono dei giornalisti: in tale occasione la famiglia è stata posta al centro della giornata. Ha poi sottolineato alcune iniziative per il clero su cui in seguito si è soffermato anche il Vicario generale mons. Giuseppe Illica.

I lavori sono iniziati con un ampio dibattito sulla “pastorale della speranza”, come viene  indicato il complesso delle iniziative predisposte dalla Chiesa, nelle varie realtà parrocchiali,  per le persone che vivono momenti di difficoltà o per gravi  malattie o per la perdita di una persona cara. Si tratta di un tema, specialmente per quanto riguarda i funerali, che negli ultimi tempi è stato caratterizzato da importanti novità tra cui la comparsa delle cosiddette “case funerarie” dove la salma viene composta in attesa del rito funebre. Altro aspetto oggetto di discussione è stato il diffondersi delle voci secondo cui esisterebbe una tariffa  per il rito in chiesa. Com’è noto le parrocchie per queste celebrazioni non chiedono compensi.

Su questo tema sono state presentate, da consiglieri in rappresentanza delle varie zone, i risultati si specifiche riunioni a cui ha preso parte il clero locale. Il rappresentante dei sacerdoti dell’Alta Val Trebbia e della Val d’Aveto ha ricordato che nella gente di campagna, ed in particolare della montagna, esiste ancora un alto senso di solidarietà che si manifesta proprio quando una famiglia è colpita da un lutto. In questi momenti il sacerdote ha un forte ruolo di aggregazione.

Per la città e zone confinanti in questi momenti sono da coltivare i rapporti con le famiglie interessate; accanto al sacerdote sono da coinvolgere altre figure come i diaconi o laici con una specifica preparazione. Occorre ribadire che la morte è un momento della vita e importante è la componente religiosa tra cui la preghiera. Il sacerdote dev’essere presente là dove viene richiesto, valutando con buon senso l’eventuale partecipazione nelle  “case funerarie”, ma importante è la famiglia e per le veglie di preghiera è da privilegiare la chiesa.

Per i sacerdoti della Val d’Arda l’accompagnamento della famiglia nel momento del lutto è importante e un contributo degno di nota  può venire dai laici. Occorre riaffermare la visione cristiana: ad esempio va sottolineato che è il momento della speranza e non solo della tristezza. Per quanto riguarda il ruolo delle imprese funebri, è auspicabile un dialogo con la parrocchia e da privilegiare è il ruolo della famiglia.

Questo tema è tornato un po’ in tutti gli interventi dei rappresentanti del clero diocesano e al termine è stato formulato da più parti l’auspicio che anche a Piacenza la Chiesa prenda atto dei cambiamenti in corso, li affronti in un clima di collaborazione evitando chiusure ma nello stesso tempo nella massima chiarezza. Più che regole fisse (resta la necessità di vedere caso per caso senza trascurare il buon senso) è necessario che la Diocesi formuli delle linee guida che possano orientare le singole parrocchie. Anche per l’esterno è necessaria una maggiore informazione come è il caso delle spese e della raccolta di offerte, queste ultime ammesse solo per Messe di suffragio.

E’ anche necessario che l’intero  problema  venga pure analizzato alla luce dei cambiamenti in corso: oltre alle già citate “case funerarie” vi è la cremazione che va sempre più affermandosi. I cambiamenti non vanno affrontati in un clima d’emergenza, ma  con la dovuta e meditata preparazione; da qui la necessità di avviare un lavoro organico di analisi e di confronto. Dai vari interventi è emerso anche che, in questo settore, vi è una forte differenza tra la città, maggiormente aperta al nuovo, e la campagna, più legata ai valori della tradizione. A questo proposito non sono mancati i riferimenti a situazioni particolari: è il caso di Borgonovo dalla cui storia – ha sottolineato il parroco don Paolo Buscarini- viene una forte indicazione alla componente sanitaria che ha avuto  il proprio motore in San Camillo de Lellis e in alcuni suoi discepoli. Si tratta quindi di un settore in evoluzione che verrà in un futuro prossimo approfondito.

Il componenti del consiglio sono stati poi invitati a raccogliere  nelle proprie zone dati sulla situazione del Sacramento della Penitenza (aspetti critici o positivi) che verranno trasmessi al Consiglio Pastorale convocato il prossimo 7 marzo.

Infine mons. Luigi Chiesa ha richiamato le principali iniziative previste per la formazione del clero. Maggiori indicazioni, su questo settore, sono contenute nella lettera che recentemente il Vescovo ha inviato ai sacerdoti e sul sito internet della diocesi. Il 19 febbraio, giovedì dopo il Mercoledì delle Ceneri, è previsto un incontro nella parrocchia cittadina di Santa Franca: alle 9,30 è in programma un intervento del cardinale Dionigi Tettamanzi. Il Giovedì Santo vi è la tradizionale Messa crismale, momento importante per il clero diocesano che poi è chiamato a partecipare ad un altro appuntamento formativo di primo piano:  la “tre giorni” di Bedonia dal 7 al 9 aprile. In maggio è in programma una giornata a Bobbio in vista del convegno ecclesiale di Firenze. Confermata la festa del Sacro Cuore per l’11 giugno.

E’ stata poi la volta del vicario generale mons. Giuseppe Illica che ha richiamato la revisione territoriale della diocesi e in questo ambito si è soffermato su alcuni cambiamenti in atto, o previsti, in città. In primo piano l’unione delle tre parrocchie di San Francesco, San Pietro e Santa Maria di Gariverto che recentemente ha visto l’ingresso del nuovo parroco  don Ezio Molinari; in prospettiva potrebbe esserci la riorganizzazione della parrocchia di San Sepolcro con la ripartizione del suo territorio tra San Sisto, San Giovanni e Santa Brigida. Queste ultime due parrocchie, già rette da un solo sacerdote,  potrebbero essere unificate in un’unica comunità.

Sul tema degli accorpamenti è emersa l’indicazione di ampliare lo sguardo dalla città a tutta la diocesi; a questo proposito il Vicario Generale ha comunicato la prossima costituzione di una  commissione di studio per la riorganizzazione di tutte le parrocchie della diocesi, in particolare quelle di piccola dimensione. E’ emersa anche l’indicazione di essere attenti al nuovo e al migliore utilizzo delle energie a disposizione senza con questo trascurare la storia di cui ogni comunità parrocchiale è portatrice.

A proposito delle energie a disposizione, in chiusura il vicario generale mons. Illica ha richiamato il nome dei sacerdoti morti negli ultimi mesi ed ha dato informazioni sui preti che attualmente sono ricoverati in ospedale.

Il Consiglio Presbiterale Diocesano sarà nuovamente convocato il 12 marzo prossimo.