Come ogni anno la Polizia provinciale conduce in questo periodo, in cui la siccità impoverisce i corsi d’acqua provocando la secca di molti tratti di pianura e il conseguente pericolo per la fauna ittica presente, uno specifico piano per il recupero dei pesci intrappolati in pozze destinate a prosciugarsi e la loro reimmissione in zone idonee. I pesci salvati vengono liberati in tratti dello stesso corso d’acqua situati più a monte e idricamente alimentati tutto l’anno. Sotto controllo, in particolare, Nure, Trebbia Tidone e Arda, con recuperi programmati in base al livello dell’acqua nelle buche. Al momento sono stati effettuati una decina di interventi, con il recupero di circa otto quintali di pesci. Va evidenziato che il pesce recuperato è costituito per la quasi totalità da specie autoctone, che hanno popolazioni sempre più scarse e per questo di particolare valore, alcune tutelate anche dall’Unione Europea. E’ il caso della Lasca, meglio noto con il nome di "Stricc", che un tempo risaliva dal Po molto più numerosa di quanto accade ora, il Vairone, il Barbo comune. Vi sono poi altre specie, come l’Alborella e il Cavedano, che erano molto comuni fino a pochi anni fa ma che adesso, probabilmente per l’invasione di specie alloctone (cioè non originarie delle nostre zone), sono in forte diminuzione, specialmente nel Po e nel Chiavenna. Proprio per cercare di ripopolare quest’ultimo corso d’acqua, meta di molti pescatori e dove si svolgono ogni anno numerose gare di pesca, è stato deciso di rilasciare nel tratto di Chiavenna che si trova all’altezza di Caorso il pesce recuperato dalla foce del Trebbia in secca. Un primo rilascio (120 chili di pesce) è avvenuto il 26 luglio, altri ne seguiranno a breve, sia con pesce recuperato ancora dal basso Trebbia (tra le specie rilasciate, Carpe, Gobioni e altre che ben si adattano all’acqua lenta), sia con esemplari di Tinca che verranno appositamente acquistati, e che saranno immessi anche nel Lago Giarola e nei Lanconi di Villanova e Scardole. Proprio il lancone di Villanova è stato oggetto di un importante intervento di salvataggio. Quest’area umida ospita, oltre a numerose specie ittiche, anche la ormai rara castagna d’acqua e viene mantenuta in vita grazie al pompaggio periodico di acqua dal vicino lago Giarola. Un intervento reso possibile dalla collaborazione tra Provincia e Consorzio di Bonifica Bacini di Levante e dalla collaborazione di un assiduo frequentatore della zona il Sig. Giuliano Nostrini, che cura il regolare funzionamento della pompa. "L’impegno nostro – commenta l’assessore provinciale alla pesca Mario Spezia – continua ad andare nel senso della tutela della nostra fauna autoctona, quella ittica compresa, e gli interventi di recupero dei pesci che stiamo conducendo danno un significativo contributo in questo senso. Sono interventi che ci consentono anche di andare a recuperare molti ospiti indesiderati, i pesci non autoctoni, che entrano in competizione con i pesci originari delle nostre zone e ne mettono a repentaglio la sopravvivenza. Un grazie agli agenti della Polizia provinciale, per il loro encomiabile lavoro, ed a tutti gli appassionati pescasportivi che collaborano con loro".