“Inferriate e allarmi”, le reazioni alle parole del prefetto: “E’ una resa”

 Sta facendo discutere l'intervento del prefetto Anna Palombi, la quale ha fatto appello alla cittadinanza affinché si doti di "inferriate, porte blindate, sistemi di allarme". Una raccomandazione agli inquilini a dotarsi di questi sistemi di sicurezza passiva per prevenire il fenomeno furti. In una riunione che si è tenuta al palazzo del Governo è stata esaminata la situazione particolare di una serie di episodi avvenuti nella zona via Martiri della Resistenza, via Boselli, via Sbolli e via Silva. Sdegnato, però, il commento del consigliere comunale del Pd, Andrea Tagliaferri: "Sconcertato e sbalordito. E' un'istituzione che si dichiara impotente, chiedendo ai cittadini di arrangiarsi segna il degrado delle istituzioni. Chi rappresenta il governo sembra abbia fallito. Spostiamo solo il problema. Mi sarei aspettato che il prefetto chiedesse rinforzi permanenti, più risorse, un migliore coordinamento, più vigilanza alla notte. Queste, invece, sono misure che non tengono conto dei borseggi e dei problemi dei parcheggiatori abusivi. E' vergognoso".  A lui si è associato il segretario del Siap, Sandro Chiaravalloti, il quale ha parlato di "resa agli occhi dei cittadini che nel web scrivono di tutto e di più.  Un cittadino , ma anche i colleghi, vorrebbero sentirsi dire da un rappresentante del Governo che il Governo stesso ha previsto nuovi investimenti sul campo sicurezza  e che le inferriate siano qualcosa in più e non la soluzione,  mentre invece pare preveda nuovi tagli che daranno meno sicurezza ai cittadini già tartassati dalle tasse ai quali si chiede pure di comperare inferriate e allarmi. Non basteranno le inferriate, ma bisognerà costruire dei bunker sotto terra".

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La nota del consigliere Tagliaferri: "Sicurezza, se fossi parlamentare"

Siccome il problema della sicurezza rimane (eccome se rimane), nell'attesa di elaborare una proposta concreta per l'amministrazione comunale di Piacenza, se fossi un parlamentare presenterei una interrogazione al ministro dell’interno ponendo le seguenti questioni:

a) cosa intenda fare il ministro dell’interno per assicurare livelli più accettabili di sicurezza pubblica a Piacenza e provincia dove si susseguono, con una cadenza preoccupante, in questo scorcio di 2015 ( ma anche negli ultimi anni a vedere le statistiche sulla delittuosità del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del suo dicastero), furti e tentati furti in abitazioni, aziende, esercizi commerciali tanto da aver suscitato un grave allarme sociale tra i cittadini;

b) quali provvedimenti intenda adottare il ministro dell’interno per ripianare l’organico della Questura di Piacenza ( inferiore rispetto a quello previsto nei decreti del 1989 che riguardavano le questure e gli uffici delle specialità della polizia di stato) che negli ultimi sei anni ha visto la costante riduzione di una quarantina di operatori di polizia, dei ruoli ordinari e tecnici, per motivi di pensionamento o trasferimento ad altre sedi, con la conseguenza di una riduzione di pattuglie in servizio di controllo del territorio nel contesto del capoluogo;

c) cosa intenda fare il ministro dell’interno per adeguare il modesto organico della squadra mobile della Questura di Piacenza la cui attività operativa è andata scemando negli anni fino a diventare davvero modesta in relazione alla repressione di reati collegati allo spaccio di droghe, allo sfruttamento della prostituzione, alla repressione dei reati predatori ecc;

d) cosa ha da dire il ministro dell’interno sulla ipotesi, allo studio delle competenti articolazioni del suo dicastero, relativamente di una Questura piacentina ridotta, nel quadro del riordino delle province ( accorpamento con Parma) a ufficio di p.s. presidiario, unitamente al ridimensionamento ( da comandi provinciali a comandi gruppo) dei comandi dei carabinieri e della guardia di finanza;

e) quali iniziative intende adottare il ministro dell’interno per assicurare alla Sezione di Polizia Stradale di Piacenza un organico adeguato che consenta di assicurare la vigilanza stradale nel contesto provinciale nell’arco delle 24 ore;

f) cosa ha da dire il ministro dell’interno relativamente alla Scuola di Polizia di Piacenza  per molti mesi inattiva per mancanza di corsi per allievi agenti e con il personale effettivo inoperoso tutti i giorni mentre il buon senso dovrebbe indurre ad un loro impiego in servizi istituzionali con aggregazioni temporanee presso la Questura e la Sezione Polizia Stradale;

Se fossi parlamentare, poi, avrei affrontato in sede locale, con i rappresentati istituzionali locali e con i cittadini, per sentire dalla loro voce i veri problemi sulla sicurezza che li preoccupano.

 
La nota di Sandro Chiaravalloti, segretario provinciale del Siap 

Penso che ogni cittadino sa che mettere un allarme in casa o inferriate alle finestre sia utile, come ho sempre sostenuto anche io senza mai pensare che sia l’unica soluzione;  ma sentirselo dire da istituzioni importanti appare una resa agli occhi dei cittadini che nel web scrivono di tutto e di più.  Un cittadino , ma anche i colleghi, vorrebbero sentirsi dire da un rappresentante del Governo che il Governo stesso ha previsto nuovi investimenti sul campo sicurezza  e che le inferriate siano qualcosa in più e non la soluzione,  mentre invece pare preveda nuovi tagli che daranno meno sicurezza ai cittadini già tartassati dalle tasse ai quali si chiede pure di comperare inferriate e allarmi . Un cittadino penso vorrebbe sentire che per chi viola la sacralità della propria abitazione compiendo un atto che , come ben sa a chi gli è capitato, è un atto di una violenza inaudita che ti toglie per un bel periodo il sonno e ci si sente violentati nell’intimo, ci siano nuove pene che prevedano un minimo di pena pari ad almeno 5 anni di galera da farli senza se e senza ma.  Come sto da tempo sostenendo, possiamo fare tutti i tavoli di lavoro che vogliamo, possiamo fare tutti i convegni di esperti e finti esperti, possiamo dire quello che vogliamo, ma senza nuove leggi , senza processi veloci, senza investimenti seri che ridiano serenità e dignità a donne e uomini della Polizia di stato e di tutti i colleghi del comparto, non basteranno le inferriate , ma bisognerà costruire dei bunker sotto terra .

 

La nota di Matteo Rancan e Pietro Pisani della Lega Nord

“La sicurezza dei cittadini è un diritto. Non un optional che si compra e si paga a parte”. Così Matteo Rancan consigliere regionale del Carroccio e Pietro Pisani, segretario provinciale della Lega Nord Piacenza – commentano la nota sulla sicurezza diffusa nei giorni scorsi dalla Prefettura.

“In una nota diffusa dal Palazzo del Governo – attacca il Carroccio – prendendo atto che nella zona di Via Martiri della Resistenza, Via Boselli, Via Sbolli e via Silva, è attuata da tempo una sensibilizzazione dei servizi da parte delle Forze di Polizia statali, nell’ambito del controllo del territorio, nonché della Polizia Municipale, la Prefettura invita i cittadini a dotare le proprie abitazioni di adeguati sistemi di difesa passiva”.

“Come a dire che senza sistemi anti-intrusione, senza sbarre alle finestre, antifurti… – continua la Lega – la sicurezza del quartiere e della proprietà privata non può essere assicurata. Incredibile. E che cosa farà la Prefettura la prossima volta? Inviterà i cittadini a richiedere il porto d’armi?”.

“I piacentini pagano le tasse, lavorano onestamente e hanno tutto il diritto, quando tornano a casa, di trovare le cose come le hanno lasciate. Di più: hanno il sacrosanto diritto di dormire tranquilli e di non temere intrusioni modello ‘Arancia meccanica’. Se la Prefettura non è in grado di garantire la sicurezza alla città di Piacenza – concludono Rancan e Pisani – lo dica e il governo, sull’esempio dell’ottimo lavoro svolto da Maroni al Viminale, mandi i militari a difendere la nostra gente”.COMUNICATO STAMPA

 “FELICITY PIACENZA: SICUREZZA UNO STILE DI VITA”

Assistiamo perplessi a quanto in questi giorni l’amministrazione comunale e la prefettura, esternano e suggeriscono con riferimento alla sicurezza. Come associazione socio-culturale che ha a cuore la vivibilità della città, ci troviamo stupiti delle considerazioni rivolte ai cittadini:

 

  • Da una parte il problema sicurezza viene definito un “non-problema”. Prima si “denuncia” una cattiva ed eccessiva informazione, poi viene annunciata una consulenza sul tema sicurezza che però, al dunque, non può essere realizzata ed infine si delibera la rimozione delle panchine del Facsal (come se togliere le panchine equivalesse a risolvere il problema di degrado e sicurezza di una zona che dovrebbe essere “riqualificata”).

 

  • Dall’altra per far fronte al problema sicurezza e nello specifico all’allarme furti, si consiglia ai cittadini di aumentare la difesa passiva (inferriate,porte blindate,allarme), insomma i cittadini a loro spese si devono blindare in casa. Grazie, è davvero una bella scoperta!

 

Siamo consapevoli che la problematica è complessa, che le risorse pubbliche sono sempre più risicate, ma, visto che del buonsenso abbiamo fatto uno dei punti salienti della nostra attività, non riteniamo tali atteggiamenti “istituzionali” né rispettosi della cittadinanza né fortemente risolutivi delle problematiche.

E’ scontato che ognuno per aumentare la propria sicurezza , andando incontro a spese non indifferenti, aumenta o aumenterà la difesa passiva. Ma una volta cercato di risolvere il problema “dentro casa” rimane, persiste il problema “fuori casa”.  Una visione di Città vivibile non può prescindere dal fatto che le persone siano e si sentano sicure. E la sicurezza deve diventare a 360° “Uno stile di vita”, sul lavoro, in casa, nel tempo libero, sulla strada……

 

Come FeliCity, coerentemente con l’evento organizzato l’autunno scorso, intendiamo proseguire un cammino condiviso sulla sicurezza (anche da un punto di vista culturale) che porti a propositi e soluzioni concrete e fattibili. In questo ambito ed in ottica propositiva, FeliCity da tempo è interessata ad alcune iniziative che, se coordinate ed abbinate a politiche più attente e trasparenti, potrebbero portare un minimo di beneficio:

 

  • verificare lo stato dell’illuminazione pubblica e potenziarla, ove carente;
  • istituire la figura del referente civico di quartiere;
  • coordinare un attività di segnalazione e controllo che coinvolga in prima persona i cittadini

(vd. esperienza di Caorso tramite What’s Up, oltre ad alcuni comuni dell’hinterland milanese);

  • fruire e sfruttare le nuove tecnologie (es. aumentare l’installazione di telecamere, con gestione in unica centrale operativa).

 

A tal proposito si potrebbero sensibilizzare privati ed aziende con iniziative come “adotta una telecamera”.

Sono solo alcune delle tante proposte che speriamo possano uscire da un sereno confronto con la cittadinanza e con le istituzioni. Proposte semplici, concrete, fattibili.

Non si può pensare di risolvere il problema minimizzandolo o eludendolo. Solo quando la sicurezza sarà intesa, da tutti, come “stile di vita” la nostra città potrà tornare ad essere realmente vivibile.