Consiglio comunale segnato da un "guizzo" del sindaco Paolo Dosi che ha provocato la durissima reazione del consigliere di Forza Italia Filiberto Putzu a suon di parolacce e voce alta. Le scintille sono arrivate subito, quando il sindaco Dosi è partito all’attacco del consigliere forzista replicando a una stoccata dello stesso Putzu, critico nei confronti dell'amministrazione, a suo dire apatica e poco “operativa” nonostante l'imminenza di un evento della portata dell'Expo («abbiamo chiesto la metropolitana veloce e ci date i bagni pubblici»): non sono più accettabili le critiche su come amministriamo – ha detto in sintesi il primo cittadino – da parte di chi tre anni fa aveva invitato a Piacenza a parlare pubblicamente un assessore di Parma che ora è indagato con il sospetto che sia stato eletto “comprando” voti grazie alla ‘ndrangheta, ed è oggi finito coinvolto nell’indagine Aemilia che tanto ha fatto discutere in questi giorni (il riferimento è all’ex assessore della giunta Vignali Giovanni Paolo Bernini di Forza Italia, iscritto nel registro degli indagati, ma non arrestato, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa). Piccatissima la reazione di Putzu che con linguaggio colorito ha invitato caldamente il sindaco a pensare alla città, che sta andando a rotoli (il termine usato in realtà era un altro), invece di occuparsi di cose che non hanno nessuna rilevanza.
Al battibecco è seguita una ridda di interventi da parte della minoranza, tutti d'accordo nell'invitare il sindaco Dosi alla prudenza prima di tirare in ballo indagati: ci sono ovunque, gli indagati, quindi conviene fare un bell'esame di coscienza prima di puntare su questo tasto. Così ha detto, in sintesi, la consigliera Mirta Quagliaroli (M5S), ma anche Tommaso Foti (Fratelli d'Italia-An) che ha ricordato la storia personale dello stesso sindaco Dosi, ma anche dell'assessore Bisotti, che è quella della Dc, «che qualche problema con la giustizia lo ha avuto».
Una tensione che è rimasta nella discussione sul primo punto all'ordine del giorno della seduta di consiglio, aperta con la commemorazione di Bruno Villa, esponente del Partito socialista di recente scomparso, e incentrata sulle dimissioni dell'assessore all'Ambiente Luigi Rabuffi. Il sindaco Dosi ha spiegato che le deleghe sono stati ridistribuite tra gli assessori Cisini, Bisotti e Timpano.
Un primo punto su cui si è scatenato il dibattito con interventi particolarmente duri, come quello del consigliere Marco Tassi (Pdl) che ha invitato il consigliere Carlo Pallavicini a dimettersi così come ha fatto l'assessore Rabuffi, visto che entrambi hanno sottoscritto un programma di governo della città e se si è dimesso uno dovrebbe dimettersi l'altro essendo entrambi espressione della stessa parte politica.
In sede di comunicazioni sono stati affrontati argomenti vari.
Tommaso Foti (Fd'I) ha portato l'attenzione del consiglio sul caso di San Damiano avendo partecipato, in veste di consigliere regionale, alla riunione di questa mattina in Prefettura nel corso della quale sono intervenuti gli ufficiali dell'aeronautica militare che ha in uso la base. Una base che sarà dismessa nell'arco di dieci anni: da giugno 2016 se ne andrà il personale operativo, ma entro un decennio sarà proprio svuotata. Sarebbe il caso, secondo Foti, che anche l'amministrazione comunale facesse sentire la sua voce visto che la base potrebbe diventare uno snodo logistico di fondamentale importanza per i cargo, considerato che come scalo passeggeri non verrà utilizzata. Un impegno in tal senso sarebbe auspicabile anche in vista dell'ultimazione della tangenziale tra Le Mose e San Polo.
Foti è anche tornato sui centri islamici di Piacenza: la struttura sulla Caorsana è un luogo di culto nonostante passi per centro culturale e ricreativo; si devono prendere provvedimenti.
Roberto Colla (Moderati), sempre in sede di comunicazioni, ha preso spunto dall’imminente inaugurazione dell’Expo (maggio) per sollevare una questione “popolare” e cioè quella dell’inadeguatezza – a voler usare un eufemismo – dei bagni pubblici di piazza Cavalli: sono impresentabili, non possiamo pensare di voler accogliere turisti se non partiamo dalle cose basilari.
Daniel Negri (Pd), dopo gli auguri di buon lavoro al neopresidente della Repubblica Mattarella, è tornato su un tema caldo dei mesi scorsi ma ultimamente passato in secondo piano: la discussione sull’omicidio stradale: troppo spesso chi provoca disastri rimane impunito o quasi. Dobbiamo tornare a parlarne.
Ha preso la parola di nuovo il consigliere Putzu: «“I migliori anni sono davanti a noi” è lo slogan della sua campagna elettorale, signor sindaco». Ha iniziato così il suo intervento Putzu che ha poi snocciolato tutte le promesse di Paolo Dosi alle quali però, secondo Putzu, non sono seguiti i fatti. «Lei ha un ritmo troppo lento, signor sindaco – ha detto – Mi dispiace che se la prenda ma è quello che la gente pensa e che la gente dice. Ma chi gliel’ha fatto fare di fare il sindaco? Poteva continuare a fare l’assessore».
E legandosi all'intervento di Putzu, ma anche alle varie posizioni sulle dimissioni di Rabuffi, è intervenuto il consigliere del Pd Stefano Borotti: «Circa le ragioni per le quali Sinistra per Piacenza abbia deciso di lasciare la maggioranza, già si è discusso molto – ha detto – Ci sono opinioni diverse, ma io credo che la decisione vada comunque rispettata perché c’è stata una assunzione di responsabilità». E rispondendo a Tassi, Borotti ha detto che non giova al dibattito chiedere le dimissioni di Pallavicini in nome dell’appartenza politica, anche perché – ha detto Borotti, con una frecciata – «sarebbe curioso sapere da Tassi in che partito si riconosce dopo la granata esplosa nel centrodestra che ha fatto sì che oggi non si capisca più niente». E citando Putzu, che ha chiesto a Dosi “chi te l’ha fatto fare?“, ha replicato sostenendo che sul piano personale sarà il sindaco a rispondere in altra sede; sul piano istituzionale, tuttavia, la risposta è che «gliel’ha fatto fare la maggioranza dei cittadini con il proprio voto». «Il nostro impegno – ha concluso – anche al netto di una crisi senza precedenti, è per la città; ed è un impegno dal quale non è affatto esclusa la minoranza».