Giuseppe Battiston al Municipale con “L’invenzione della solitudine”

Un romanzo di successo di uno scrittore di successo – “L’invenzione della solitudine” di Paul Auster. Un bravo attore che ha riscosso e riscuote consensi in teatro e al cinema (vincitore di due Premi Ubu, tre David di Donatello e un Nastro d’Argento), Giuseppe Battiston.  Un delicato ritratto di famiglia, una riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.

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Va in scena al Teatro Municipale di Piacenza mercoledì 4 febbraio alle ore 21 “L’invenzione della solitudine”, lo spettacolo diretto da Giorgio Gallione e prodotto dal Teatro dell’Archivolto di Genova, inserito nel cartellone Altri Percorsi della Stagione di Prosa 2014/2015 “Tre per Te”, direzione artistica di Diego Maj, organizzata da Teatro Gioco Vita con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Cariparma, Iren.

Con le scene e i costumi di Guido Fiorato, le musiche originali di Stefano Bollani, le luci di Aldo Mantovani, “L’invenzione della solitudine”, Battiston esprime in modo toccante, con le parole di Auster e la regia di Gallione, la sensazione che dietro ad ogni rapporto vi sia qualcosa di sconosciuto e insondabile. Un lato oscuro, un segreto che ciascuno di noi si porta dietro fino alla fine.

“Un giorno c'è la vita… poi, d'improvviso, capita la morte”. Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, Auster si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandona­to da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, riscoprendo un padre se­misconosciuto e assente attraverso tracce labili, oggetti e carte, il protagonista riscopre i frammenti di una esistenza estranea, che è in parte anche la propria, ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. Una ricerca del padre scomparso che lo costrin­ge a fare i conti con una perdita, una mancanza che lo strazia come persona e come figlio. Ma “la musica del caso” vuole che lo stesso Auster, proprio in quei giorni, stia per abbandonare la moglie e, ine­luttabilmente, anche l’amatissimo figlio. In un mosaico di immagini, riflessioni, coincidenze e associazioni, il destino costringe così Auster a riflettere sulla difficoltà di essere insieme padre e figlio e su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite.

 

Vincitore di due premi Ubu e di tre David di Donatello, Giu­seppe Battiston (Udine 1968) divide la sua carriera tra il cinema e teatro. Inizia sul palcoscenico, nel 1986 già ottiene l’Ubu come miglior attore non protagonista per “Petito Stren­ge”. Dopo il debutto sul grande schermo in “Italia – Germania 4-3” (1990), inizia la collaborazione con Silvio Soldini che lo inserirà in molte delle sue pellicole: da “Un’anima divisa in due”, “Le acrobate”, “Pane e tulipani” (2000, David di Donatello come miglior attore non protagonista, premio che otterrà di nuovo nel 2007 con “Non pensarci” di Zanasi e nel 2010 con “La passione” di Mazzacurati), ad “Agata e la tempesta”, “Giorni e nuvole” e “Cosa voglio di più”. A teatro, che non ha mai abbandonato nonostante il successo cinematografico, recentemente è stato protagonista di “Orson Wells’ Roast” (2009, premio Ubu come miglior attore), “Diciottomila giorni – Il pitone” con Gianmaria Testa, “Macbeth” e più recentemente “Falstaff”, entrambi prodotti dal Teatro Stabile di Torino.

Paul Benjamin Auster (Newark, 1947) è uno scrittore, saggi­sta, poeta, sceneggiatore e regista statunitense. Nato da famiglia ebrea di origini polacche, cresce nei sob­borghi di Newark e durante l’adolescenza inizia a scrivere le prime poesie. Il suo ultimo anno di liceo è anche quello in cui la famiglia si smembra. Per due anni e mezzo Auster vive tra Parigi, Italia, Spagna e Irlanda (dove si reca per “ragioni che c’entravano unicamente con James Joyce”). La sua carriera di scrittore di romanzi inizia nel 1979 proprio con “L’invenzione della solitudine”; nel 1985 arriva la consacra­zione a livello internazionale con la “Trilogia di New York”, com­posta da “Città di vetro”, “Fantasmi” e “La Stanza Chiusa”. Da questo momento Paul Auster diviene uno scrittore di culto e dalle polie­driche attività: scrive per il cinema (“Smoke” e “Blue in the face”) e diviene regista (“Lulu on the Bridge”).

 

 

“TRE PER TE” Stagione di prosa 2014/2015 del TEATRO MUNICIPALE di Piacenza

è una rassegna di

TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione direzione artistica Diego Maj

FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA

in collaborazione con

FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO

CARIPARMA – Crédit Agricole

IREN Emilia

con il contributo di

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Dipartimento dello Spettacolo

REGIONE EMILIA ROMAGNA

 

 

LOCANDINA

 

Teatro Municipale – ALTRI PERCORSI

mercoledì 4 febbraio 2015 – ore 21

 

L’INVENZIONE DELLA SOLITUDINE

 

di Paul Auster

con Giuseppe Battiston

regia Giorgio Gallione

scene e costumi Guido Fiorato

musiche Stefano Bollani

luci Aldo Mantovani

 

produzione Teatro dell’Archivolto