La stagione del teatro Verdi prosegue sabato 24 gennaio (ore 21) con lo spettacolo “Una scala per le fragole”, che verrà rappresentato anche in mattinata per le scuole cittadine. “Una scala per le fragole” è il frutto di una collaborazione tra ISREC, MANICOMICS e il Comune di Fiorenzuola per la celebrazione della Giornata della memoria.
Lo spettacolo racconta la storia di Ada Levi, ebrea della provincia di Piacenza che per evitare la deportazione in campo di concentramento, nell’aprile del 1944 si finge pazza e si fa internare in manicomio. A farle compagnia, oltre ad Emilio, il guardiano del manicomio, ci sono i fantasmi e le storie di tutti coloro che sono scomparsi nella furia della guerra e nella follia nazi-fascista: il marito, i vicini di casa, parenti ed amici. Dal suo isolamento alla ricerca di salvezza ci giunge l’eco del dolore e delle voci di coloro che hanno subito l’ingiustizia delle leggi razziali, viaggiando sui treni della morte e soffocando l’angoscia nei campi di sterminio, mentre lei cerca di rimanere in bilico tra sanità e pazzia, tra vita e morte, tra salvezza e condanna, capendo come la follia che alberga tra le mura del manicomio in cui vive sia nulla rispetto a quella che ha invaso il mondo che la circonda.
Lo spettacolo “Una scala per le fragole” costituisce la libera drammatizzazione di un testo, frutto della rielaborazione degli esiti di una ricerca condotta dall’Isrec di Piacenza già da molti anni e che ha prodotto una Mostra e un libro-catalogo (“Quaderni Piacentini. Saggi e Documenti”, Piacenza,1938-1945. Le leggi razziali, gennaio 2010, n. 3) riguardanti la persecuzione razziale nel piacentino e le conseguenze esistenziali, sociali ed economiche sulle vite degli ebrei della provincia. Lo studio, sviluppato sulle fonti d’archivio, presenta un panorama degno di attenzione rispetto alle modalità d’espressione dell’antisemitismo in una provincia, come la nostra, che aveva subito sia il secolare processo di dispersione nei Comuni rurali della piccola e originaria comunità ebraica, e sia, successivamente, quello di una profonda integrazione nella società locale. In realtà, anche i piacentini, come tutti gli italiani, furono coinvolti nella campagna di “formazione al razzismo”, orchestrata dal regime attraverso la stampa, le conferenze dei locali Istituti di Cultura e la scuola e l’applicazione delle leggi razziali – puntuale, meticolosa, assidua, capillare per tutti gli ebrei della Provincia – lasciò il resto della cittadinanza – per paura o per convinzione – completamente o in massima parte indifferente, mentre rarissime, anche se preziose, furono i casi di aiuto ai perseguitati.
La storia di “Una scala per le fragole” è stata estrapolata da questo contesto e focalizza l’attenzione sulla vicenda di Ada Levi di Cortemaggiore (PC) – i cui abitanti vengono chiamati nel dialetto locale magiustrein, cioè “fragolini”, in base ad un’antica leggenda che li fa tanto ingenui da raccogliere le fragole con la scala -. Ada, moglie del notaio Giulio Muggia e madre di due bambini morti piccolissimi, si salvò dalla deportazione grazie al ricovero nel locale ospedale psichiatrico con una diagnosi ad arte che la rendeva intrasportabile e pericolosa. La messinscena teatrale conferisce alla storia un valore universale, capace di evocare sia i meccanismi dell’ideologia antisemita e della deportazione, che le responsabilità degli italiani – spesso complici e qualche volta solidali – e rappresenta un dramma storico e individuale attraverso gesti di poesia, capaci di coinvolgere, far meditare e comprendere la perenne attualità delle politiche di discriminazione.
Per informazioni, prenotazioni e l’acquisto dei biglietti è possibile contattare l’Ufficio del Teatro “Inform’Arti” – Via Liberazione – 29017 Fiorenzuola d’Arda (Pc), Tel 0523/985253 – 989250 (dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.30 e nei giorni di spettacolo dalle 19.30).