Crollo del ponte sul Po, tutti assolti i cinque funzionari di Anas imputati

Tutti assolti i cinque imputati per il crollo del ponte sul fiume Po avvenuto il 30 aprile 2009. La sentenza definitiva è arrivata questa mattina, 23 gennaio, al tribunale di Lodi. Si tratta dei cinque tecnici di Anas per i quali il pm Mario Bonizzoni aveva chiesto due anni e mezzo di reclusione con l'accusa di disastro colposo, crollo di costruzioni e lesioni per non aver ottemperato, nella pratica, ai propri doveri di monitoraggio e manutenzione del ponte. Anas invece si è sempre difesa attribuendo la responsabilità del crollo all'ondata di piena che in quel periodo caratterizzava il fiume. Alla fine il giudice Angela Scalise ha pronunciato la sentenza di assoluzione piena perché il fatto non sussiste.

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Incredulità tra le fila del Comune di Piacenza che si era costituito parte civile durante il processo, decisione necessaria considerando i danni economici subiti: oltre alle difficoltà incontrate dalle imprese locali che hanno visto un calo della produzione dovuta all'interruzione parziale dei traffici commerciali, l'amministrazione ha infatti stanziato 350mla euro per l'allestimento di una viabilità alternativa. L'avvocato dell'ente comunale Elena Vezzulli attende di poter visionare le motivazioni che hanno portato alla decisione del giudice, motivazioni che saranno depositate entro 90 giorni.

 

GUIDESI (LN): ASSOLUZIONE NON È DA PAESE NORMALE, ACCERTARE RESPONSABILITÀ

 “In un paese normale il crollo di un ponte – una tragedia sfiorata che ha causato feriti e conseguenze economiche gravissime – non rimane impunito. Le cause e le responsabilità non possono finire nel dimenticatoio, ma devono essere accertate e perseguite adeguatamente”. Così il deputato leghista Guido Guidesi dopo che il tribunale di Lodi ha assolto (“il fatto non sussiste”) i cinque imputati per il crollo del ponte sul Po, il 30 aprile 2009.
“In questo paese crolla un ponte, durante il crollo automobilisti si salvano per miracolo e la giustizia italiana ci dice che nessuno ha colpa”, contesta Guidesi. “Credo sia legittimo che i cittadini sappiano di chi sono le responsabilità, chi ha causato disagi incredibili e danni economici pesantissimi ad aziende e lavoratori”. “Non è mia intenzione giudicare la sentenza, ma chiedo siano accertate responsabilità e cause. In un paese normale fatti di questa gravità non vanno a finire nel nulla".