Piacenza è Charlie. In duecento al corteo, con una matita in mano

La marcia delle matite, potremmo soprannominare così il corteo pacifico andato in scena questa sera a Piacenza, dopo i fatti di Parigi e dopo l’ eccezionale manifestazione di Place de la Republique, alla quale hanno partecipato alcuni tra i più importanti leader politici del mondo.

Radio Sound

Lo scenario si è ripetuto anche nella nostra città e ha visto snodarsi da piazza Cavalli, lungo via XX Settembre, fino ad arrivare a piazza Duomo, un corteo formato da circa duecento persone.

Tanti anche i musulmani a voler testimoniare la vicinanza e il dialogo interreligioso, molti con una matita in mano a simboleggiare la libertà di espressione che lo strumento di scrittura rappresenta, una libertà alla quale si è cercato di porre fine a colpi di arma da fuoco ai quali, stasera, Piacenza ha risposto con il tratto di una matita, perchè il potere della matita è più forte di ogni forma di violenza.

Contro i Kalashnikov usiamo l’ intelligenza è stato il messaggio lanciato dall’ Unione degli Studenti da piazza Duomo.

Davanti alla Cattedrale ha preso la parola per primo il sindaco Dosi che ai nostri microfoni aveva poco prima sottolineato come i fatti tragici di Parigi e della Nigeria, possono essere vissuti in modo più maturo, trovando modalità per proporsi in modo positivo, con manifestazioni come questa che certamente non cambiano il corso della storia ma possono essere una piccola testimonianza positiva che serva da esempio per tutti noi.

Spiace il fatto che una parte politica, il centrodestra, non ne abbia condiviso le motivazioni ed abbia indetto una conferenza stampa in cui spiegherà le ragioni della loro mancata partecipazione. “Mi sarebbe piaciuto vederli qui per condividere uno spirito assolutamente libero che non vuole escludere nessuno e vuole unire sensibilità diverse”.

Piacenza ha visto rafforzare la vigilanza intorno a obiettivi sensibili. Sulla paura di probabili attentati, anche nel nostro territorio Dosi non ha dubbi: “Dobbiamo essere più cauti, attenti e consapevoli, cercando di coltivare valori positivi, anziché la paura”.  

Significativa la partecipazione dell’ Ordine dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) che ha visto sfilare il presidente nazionale, Giovanni Rossi, peraltro di origini piacentine come egli stesso ha ricordato: “Sono rimasto qui fino al 1978 e ho sentito il dovere di esserci, di non poter mancare a una manifestazione organizzata nella mia città”.

“Gli atti criminali avvenuti in Francia – ha proseguito Rossi – sono incompatibili con qualsiasi credo religioso. Si può dissentire, si può criticare anche molto fortemente quanto facevano i colleghi francesi di Charlie Hebdo ma in queste critiche non può essere trovata alcuna giustificazione per quanto avvenuto. La condanna deve essere inequivocabile, dura e totale”. Quanto successo in Francia, ancora secondo Rossi, è un duro attacco alla libertà in assoluto, non solo a quella di stampa che nel 2014 ha contato 66 giornalisti uccisi, secondo il macabro resoconto di “Reporter sans frontieres” e il 2015 non si è aperto nel migliore dei modi.

Il segretario della CGIL cittadina, Gianluca Zilocchi parla di “una manifestazione di sostegno alla libertà di espressione e un messaggio di pacificazione tra culture ed etnie. I fatti drammatici di questi giorni rischiano di creare ulteriori barriere e differenze che noi dobbiamo abbattere, restando uniti, così come la Francia ci ha insegnato”.

In piazza Cavalli, invece, incontriamo la signora Amanda, desta la nostra curiosità perché indossa un cappello con tante matite sopra e poi scopriamo, parlandole, che la signora vive da tanti anni a Piacenza ma ha origini francesi e ha sentito in modo particolare la necessità di esserci, anche stasera, dopo aver partecipato anche alla manifestazione organizzata domenica scorsa.

“Ero qui anche domenica – ci dice – ma l’ appuntamento non è stato sentito e l’ adesione è stata minore rispetto a stasera”.

Quanto alla massiccia partecipazione della manifestazione di domenica scorsa a Parigi che ha visto scendere in piazza, si stima, due milioni di persone oltre a numerosi capi di Stato provenienti da tutto il mondo, la signora Amanda afferma che “In Francia tutti hanno sentito l’ importanza della manifestazione di domenica.

Intere famiglie hanno partecipato e anche chi non era d’accordo con lo stile di Charlie Hebdo ha preso parte alla manifestazione. A Parigi non c’erano partiti, sindacati: c’era popolo, c’era gente”.

Quella stessa gente che anche a Piacenza, nonostante la pioggerellina fastidiosa che ha accompagnato la marcia fino a piazza Duomo, ha voluto esserci per dire no al terrorismo.

Tra la folla che sfila scorgiamo tre ragazze col velo: Hanane, Himane e Nehal che ai nostri microfoni, in piazza Duomo, ci parlano dell’ Islam come una religione di pace. “Non bisogna giudicare un libro dalla copertina – dice Hanane – noi siamo qui perché siamo contro la violenza”.

Piacenza è una città che i giovani musulmani vedono come una città più aperta rispetto al passato: “Siamo uguali agli altri, solo che abbiamo un’ altra religione da seguire”.

Le stesse parole di fratellanza usate appena dopo, in piazza Duomo, da Aziz Awhadi che ha ricordato le vittime francesi, invitando a una convivenza civile, multietnica e multireligiosa.