“Ovviamente gli organizzatori della commemorazione per i morti del pendolino invitano chi ritengono loro, ci mancherebbe altro e a noi spiace veramente dover intervenire in questo modo. Ma il non aver ricevuto l’invito a partecipare ad un momento così significativo e toccante per tutta la nostra comunità ci lascia a dir poco amareggiati”. Così all’indomani del diciottesimo anniversario della tragedia del Pendolino Etr 460 si esprimono in una nota Giovanni Ferrari, presidente territoriale Anmil, e Bruno Galvani, presidente della Fondazione Anmil Onlus.
“Questo grave e drammatico incidente ferroviario – continuano Ferrari e Galvani – è giustamente diventato un dolore condiviso che, come ha scritto anche il giornalista di Libertà Giorgio Lambri, ogni anno per fortuna si rinnova e serve non solo a ricordare le vittime di questa tragedia ‘piacentina’, ma anche tutti quei lavoratori che ogni anno si infortunano o muoiono nel nostro paese. Sarebbe auspicabile che attorno a momenti come questo ci fosse la più ampia partecipazione, e il non invitare chi a livello italiano rappresenta oltre quattrocentomila fra lavoratori mutilati, vedove, orfani ed invalidi del lavoro, ed a livello locale negli anni ha dimostrato di avere una particolare sensibilità sul tema della cultura della sicurezza sul lavoro, ai nostri occhi sembra un errore macroscopico. Poi, se si ritiene che per il diciottesimo anniversario sia sufficiente aver tra gli ospiti una realtà che ha poche migliaia di iscritti a livello “nazionale” come l’Unmil e non anche noi, è una scelta degli organizzatori, che noi possiamo rispettare ma non certo condividere. Come non possiamo purtroppo esimerci dal rendere pubblica la nostra amarezza per essere stati ignorati in questo modo”.