A Parigi erano circa un milione e 600mila i presenti alla grande manifestazione. In contemporanea con quella parigina in un centinaio si sono radunati in piazza Cavalli rispondendo all’appello dell’associazione italo-francese che ha voluto rendere omaggio alle vittime della strage di Parigi e in favore della libertà di stampa. Candele posizionate sul selciato a ricordare il simbolo della pace, matite alzate, volantini con la scritta “Je suis Charlie”. Un sit-in composto e silenzioso cui hanno voluto partecipare molti singoli cittadini, ma anche piacentini originari di Francia e persone impegnate nella vita politica (assessore Giulia Piroli) e civile della città di Piacenza. C’erano anche l’imam Shemis e Jiad, presidente dell’associazione italo-marocchina.
"Ho vissuto tanti anni in Francia e conosco bene Charlie Hebdo – ha spiegato Iris Tagliatti, una delle promotrici di questo evento spontaneo – siamo qui per sostenere la libertà di stampa. E' importante rendere omaggio a tutti i giornalisti che rischiano la loro vita per portare avanti il loro lavoro e i loro obiettivi. Charlie Hebdo fa capire quanto sia importante riflettere e criticare il mondo in cui viviamo anche con ironia e con indipendenza intellettuale. Ogni forma d'arte è un mezzo di emancipazione della coscienza e della mente. La violenza crea invece solo repressione e chiusura".
E diversi parigini originari della Valnure e non solo hanno invece preso parte alla manifestazione che si è svolta nella capitale francese. Tra questi anche la famiglia di Stephane Bruzzi, il 42enne originario di Farini che abbiamo intervistato qualche giorno fa. "E' stata un'emozione incredibile – ha detto Karin – una manifestazione emozionante, ma anche allegra".