Sono 385 le persone che passeranno Natale in strada. In campo Ronda e Caritas

Il periodo delle festività natalizie è anche il momento per dare uno sguardo verso chi è meno fortunato. E a Piacenza le nuove povertà sono in aumento: traiettorie nuove ed imprevedibili, amplificate certamente dalla crisi economica, ma anche dalla morsa della solitudine e della perdita degli affetti. Si ingrossa la fila di persone che si rivolgono alle associazioni caritatevoli. Ed entrano così in campo la Caritas e la Ronda della carità. 

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Del tradizionale pranzo del 25 dicembre e dell’intrattenimento pomeridiano si occuperà la Caritas. Massimo Magnaschi ha spiegato che saranno circa un centinaio gli ospiti del pranzo per una giornata che proseguirà con la tombola nel pomeriggio e una cena intorno alle 19. “Nel periodo natalizio, grazie anche alla straordinaria generosità dei piacentini riusciamo a garantire un Natale sereno a tante persone. In molti hanno risposto ai nostri appelli. Ci auguriamo che anche nel corso dell’anno questa catena di solidarietà possa proseguire”. Magnaschi ha spiegato che nel corso degli anni è lievitato il numero di persone che si sono rivolte ai servizi. Tra queste anche le 385 circa persone che a Piacenza sono costrette a vivere per strada.

Del Capodanno, invece, al rifugio Segadelli, si occuperà le Ronde della Carità, guidate da Gianni Bonadè: “Lo scorso anno erano 33 le persone che hanno partecipato. Come l’anno scorso, faremo il cenone, arriveremo a festeggiare la mezzanotte, stapperemo due bottiglie di spumante, qualche fuoco d’artificio e poi a letto” ci ha premesso.  

In seguito, Bonadè, ha ammesso che, rispetto al passato, le tipologie di persone che si rivolgono alla sua struttura sono cambiate: “Le storie sono tutte di disagio e ugualmente meritevoli di attenzioni. Molti non hanno parenti, casa soldi. Però è vero che rispetto a 6-7 anni fa arriva anche gente che ha lavorato una vita, 20-30 anni, e che ora hanno perso tutto”. Molteplici le motivazioni, che in un momento così difficile, portano in breve tempo in mezzo a una strada, ha aggiunto: “Hanno un percorso di vita e si sono trovate con concause di componenti, vuoi per la mancanza di una semina profonda a livello di affetti, vuoi per disgregazioni familiari, a volte per la dipendenza dal gioco, poi la crisi che morde ferocemente purtroppo lacera i più deboli e i più fragili”.