Falsificavano documenti per intestare polizze assicurative a basso costo a clienti del sud Italia. Tutto sarebbe andato per il meglio se non fosse per il numero ingente di polizze che una nota compagnia assicurativa di Piacenza si è trovata a gestire. Un numero talmente alto e documentazioni talmente strane da instillare più di un sospetto tra i dipendenti della succursale. Le indagini della polizia municipale sono iniziate nel gennaio 2013 proprio dopo un esposto della compagnia. I risultati dell'inchiesta hanno fatto emergere un sistema fraudolento ben oliato che partiva dalla Campania e che aveva proprio Piacenza come perno. Protagonisti principali un 38enne di Piacenza, A.E. le sue iniziali, agente della compagnia assicurativa di Piacenza, un cittadino marocchino di 34 anni, A.A.W., ad oggi irreperibile, e un napoletano di 41 anni, D.M.R., attualmente in carcere a Parma per rapina.
LA TRUFFA
Il raggiro si fondava su un concetto di base molto semplice: a Napoli, come in altre metropoli, le polizze assicurative hanno costi ben più alti rispetto a piccole città come Piacenza, si parla di una differenza che per alcune vetture può aggirarsi anche intorno ai 2500 euro. Questo perché in una città caotica è molto più facile essere coinvolti in sinistri stradali. Partendo da questo presupposto il napoletano e il marocchino "adescavano" clienti ai quali proponevano polizze assicurative a un prezzo più basso rispetto alle tariffe napoletane, ma più alto rispetto a quelle piacentine. Se il cliente accettava la proposta, il napoletano e il marocchino raccoglievano nome e cognome della persona e li apponevano su un documento falso (fotocopia di un attestato di residenza originale, sottratto a suo tempo) in cui il cliente veniva fatto risultare come residente a Piacenza. La polizza e l'attestato di residenza venivano poi spediti al 38enne piacentino che li consegnava alla propria agenzia assicurativa per la stipula della polizza. Il gioco a questo punto era fatto: il cliente era contento perché aveva stipulato un contratto a prezzo ribassato, mentre i tre truffatori si intascavano la differenza tra il vero costo della polizza piacentina e la cifra chiesta ai clienti. In un solo anno il gruppo era riuscito a "guadagnare" oltre 20mila euro.
LE INDAGINI
La truffa era ben congeniata, ma nella pratica faceva acqua da tutte le parti. L'agenzia assicurativa di Piacenza, infatti, si è trovata a un certo punto a sottoscrivere decine e decine di polizze tutte consegnate da un unico agente e tutte intestate a napoletani residenti a Piacenza. Un iter un po' troppo ripetitivo per non destare sospetti tra i responsabili della compagnia. Sospetti che hanno portato gli addetti ai lavori a controllare con maggior attenzione i contratti consegnati dal 38enne: e si è scoperto che, dal momento che il napoletano e il marocchino non conoscevano per niente Piacenza, al momento di compilare le finte residenze inventavano di sana pianta le vie. E se a volte ci azzeccavano, altre volte segnavano strade che a Piacenza nemmeno esistono (un cliente risultava residente in una fantomatica via Edison). Non solo, essendo il tutto basato su documenti falsi, spesso capitavano sotto gli occhi degli impiegati patenti con lo stesso numero di serie e altre inesattezze simili. Una volta accertato che qualcosa non andava, la compagnia ha presentato un esposto in seguito al quale la polizia municipale ha avviato le indagini del caso. Alla fine sono state scoperte 81 polizze fasulle, intestate a 71 persone diverse (molti infatti avevano approfittato dell'occasione per assicurare anche la seconda auto, o il motorino ecc.). Tutte le 71 persone sono state indagate e interrogate, ma al termine degli accertamenti 28 di loro sono riuscite a dimostrare la loro buona fede, anzi alcune si erano accorte a suo tempo di essere state gabbate e avevano sporto denuncia. Per gli altri 43 clienti, più i tre autori della truffa, è scattato invece il rinvio a giudizio con l'accusa di truffa e falso. All'agenzia assicurativa di Piacenza il raggiro ha causato un danno da 200mila euro. Numeri che danno l'idea della mole di lavoro che la Polizia Municipale di Piacenza ha dovuto svolgere, tra accertamenti telematici, controlli anagrafici, analisi documentali. Indagini iniziate infatti nel gennaio 2013 e durate più di un anno.