Le imprese della Provincia di Piacenza, dati aggiornati a fine settembre 2014, si posizionano al primo posto in Emilia Romagna e sono tra le prime in Italia in tema di puntualità nei pagamenti commerciali. Il 49,8% ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 40,7% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 9,5% oltre i 30 giorni. Una performance migliore sia della media regionale (47,3% di pagamenti puntuali) sia di quella nazionale (37,5%). Si segnala però il peggioramento dei ritardi gravi, passati in 4 anni dal 2,9% del 2010 al 9,5% attuale. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese emiliane nel terzo trimestre 2014.
In regione Piacenza è la provincia più virtuosa con ben il 49,8% di imprese puntuali. La seguono Modena, con il 49,6% di imprese regolari, Forlì Cesena (48,3%), Reggio Emilia (48%), Bologna (47,5%), Parma (47,5%), Ferrara (46,4%), Ravenna (44,4%). In ultima posizione Rimini, dove solo il 42,4% delle imprese paga alla scadenza. L’Emilia Romagna invece è la Regione più puntuale d’Italia, quasi un'impresa su due infatti salda regolarmente le fatture ai propri fornitori. Nel terzo trimestre dell’anno in corso infatti ben il 47,3% delle imprese della regione ha pagato entro i termini concordati, mentre il 43,2% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni e il 9,5% oltre i 30 giorni. Una performance di pagamento significativamente migliore sia di quella nazionale (nella media italiana il 37,5% delle imprese paga alla scadenza e il 16,4% con un ritardo oltre i 30 giorni) sia, leggermente, di quella del Nord Est (46,5% di imprese puntuali, 9,3% con un ritardo oltre i 30 giorni). Dall’analisi del trend però, rispetto al quarto trimestre 2010, la situazione dei pagamenti commerciali in Emilia Romagna mostra un peggioramento: i pagamenti alla scadenza sono cresciuti del 15,9%, parallelamente i ritardi superiori ai 30 giorni sono aumentati addirittura del 102,1%.