Due patteggianti e un giudizio abbreviato. È l’esito del processo che si è svolto questa mattina (10 dicembre) davanti al giudice Giuseppe Bersani relativamente a tre imputati coinvolti nell’operazione Kollovar (in albanese “amante” o “bella vita”), l’inchiesta che nella primavera scorsa portò a 14 arresti e che fece emergere una fiorentissima attività di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione sull’asse Piacenza-Albania gestita in primis dai fratelli Uku, Donard e Mersin. Una prostituta albanese di 40 anni (assistita dall’avvocato Vittorio Antonini) che gestiva una piccola scuderia di colleghe, ha patteggiato due anni di detenzione, pena sostituita con l’espulsione dall’Italia e con il divieto di farvi ritorno per i prossimi cinque anni. Ha patteggiato un anno e 2 mesi di reclusione un uomo di origini italiane (assistito dall’avvocato Romina Cattivelli) accusato di favoreggiamento della prostituzione: avrebbe messo a disposizione del sodalizio criminale alcune camere in città dove poi le lucciole ricevevano i clienti. Un altro albanese di 34 anni (assistito dall’avvocato Paolo Lentini) ha invece ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato condizionato.