Sedici anni di reclusione per omicidio volontario aggravato, niente attenuanti generiche e centomila euro di risarcimento per la madre e il fratello di Cinzia Agnoletti, 51 anni, la vittima. Si è concluso così questa mattina il processo con rito abbreviato a carico di Gianpietro Gilberti, 53 anni, disoccupato di Castelvetro che la notte del 26 settembre 2013 ha picchiato e strangolato quella che per 23 anni era stata la sua compagna e madre dei suoi figli.
A pronunciare la sentenza il giudice Giuseppe Bersani dopo che il piemme Antonio Colonna aveva chiesto una condanna a 15 anni e 4 mesi.
Un raptus di follia al quale era seguìto il tentativo di suicidio dello stesso Gilberti, che da allora è in carcere. Il fatto è incontestabile anche secondo l’avvocato difensore Luigi Ruggeri che può considerare di ricorrere in appello semmai solo sulla concessione delle attenuanti generiche, a suo avviso prevalenti sulle aggravanti visto il contesto famigliare, le personalità dei soggetti coinvolti e le condizioni di prostrazione psicologica in cui versava l’imputato al momento del fatto: era disoccupato da tempo e con la compagna viveva un conflitto sempre più pesante.
Una pena adeguata, secondo l’avvocato Sara Palmisano (del foro di Forlì) che si è costituita parte civile in rappresentanza del fratello e della madre di Cinzia Agnoletti, in favore dei quali il giudice Giuseppe Bersani ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro a testa a titolo di acconto sul risarcimento che dovrà essere quantificato in separata sede civile.
L’episodio, come accennato, risale alla sera del 26 settembre dello scorso anno. Una banale lite, a quanto pare per una porta con la maniglia rotta: una cosa da poco in un contesto normale, la scintilla che ha generato un’esplosione devastante nel contesto di casa Gilberti. Contesto fatto di continui scontri conditi dalla frustrazione dell’uomo, che non aveva lavoro da tempo. Sono bastati pochi insulti da parte della sua compagna per far scattare il raptus: pugni in faccia, calci e poi lo strangolamento con la fettuccia di una tapparella e infine un sacchetto di plastica sul volto. Cinzia Agnoletti è stata uccisa così, dopodiché lo stesso Gianpietro Gilberti ha tentato di togliersi la vita con lo stesso sacchetto di plastica ma non ci è riuscito. I carabinieri lo hanno arrestato dopo poche ore, su segnalazione dello stesso Gilberti.