Pertite e danno ambientale, “Reati prescritti ma i colpevoli risarciscano”

Si torna a parlare di Pertite, la vastissima area militare sulla quale sono in corso trattative tra il Comune di Piacenza e il ministero perché Piacenza possa entrarne in possesso definitivamente. Una battaglia che il Comitato Pertite sta portando avanti da anni con l’obiettivo di trasformare in parco pubblico se non tutta l’area perlomeno una gran parte.

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Ma la storia di questa parte di città, a disposizione del Polo di mantenimento pesante nord, parte dal 2006; quantomeno la parte di storia più discussa e discutibile. Da un esposto era scattata un’indagine dei carabinieri al termine della quale erano finiti a processo alcune persone, tra imprenditori e militari; tra questi ultimi c’era l’ex direttore del Polo, il generale Giuliano Taddei. Le accuse riguardavano l’ipotesi che fossero stati interrati nell’area in questione rifiuti (peraltro speciali, come componenti di mezzi militari contenenti trizio e altre sostanze tossiche) che in realtà andavano smaltiti secondo un contratto con aziende specializzate profumatamente pagate. Un processo lungo e complicato al termine del quale, nel 2013, il generale Taddei e gli altri imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione.

“Sono stati ritenuti colpevoli – ha detto Stefano Benedetti di Legambiente – ma il reato si è prescritto e di conseguenza tutto è finito in niente”. E’ il motivo per il quale l’associazione piacentina ha deciso di fare un ricorso alla Corte dei conti di Bologna, non tanto perché “ci interessa la condanna penale, il carcere o cose del genere – spiega Benedetti – quanto, semmai, per vedere risarcito un danno che c’è stato e che ora si trovano a dover pagare i contribuenti”. E non si parla certo di bruscolini: 900mila euro nella migliore delle ipotesi, due milioni nella peggiore. Si tratta della bonifica, peraltro attualmente bloccata, per fare in modo che l’area sia di nuovo fruibile. Ora c’è da attendere la decisione della Corte ma nel frattempo Legambiente chiede che anche il Comune di Piacenza e il ministero si associno alla richiesta che il danno venga risarcito da chi, comunque, è stato ritenuto colpevole benché il reato fosse ormai prescritto.