Il caso dei lavoratori Saipem di Cortemaggiore arriva in Parlamento. La vicenda, di cui avevamo scritto nei mesi scorsi, riguarda i dipendenti italiani del cane a sei zampe, che lamentavano una graduale sostituzione con dipendenti stranieri e il rischio della chiusura della sede storica della società nel Comune magiostrino e il trasferimento in Croazia. Ora a interessarsi della questione è anche la parlamentare (o cittadina, come preferiscono farsi chiamare) Maria Elena Spadoni del Movimento 5 Stelle che ha deciso di presentare un'interrogazione.
"Sono numerose le segnalazioni che mi sono giunte da parte di lavoratori della Saipem di Cortemaggiore (Pc) messi in ginocchio da contratti sempre più precari. I lavoratori denunciano continui licenziamenti, tagli sui trasferisti italiani e l’assunzione di stranieri, rumeni e croati, che arrivano con visti turistici e a cui vengono pagati vitto alloggio spesso in alberghi. Secondo gli operai l’ obiettivo dei vertici è chiaro: far lievitare i costi affinché ci sia un motivo per de-localizzare. Il timore infatti è che ci sia una chiusura del centro e uno spostamento in Croazia. I lavoratori affermano come li assumano tramite la Global petroproject services, del Gruppo Eni che ha sede in Svizzera o tramite la croata Saipem Mediterranean services con sede legale a Fiorenzuola ma con cantieri nell’est Europa. Di fronte a queste dichiarazioni – raccolte con l’ausilio del Gruppo Consiliare M5S di Piacenza – che vanno a sottendere una situazione critica per i lavoratori, chiediamo maggiore chiarezza e trasparenza: il Ministro dovrà rispondere su ciò che sta succedendo in questa società facente parte del Gruppo Eni". Maria Edera Spadoni, Cittadina alla Camera dei DeputatI del Movimento 5 Stelle