Educazione sessuale alle medie, Giuristi cattolici: “Rispettare il dissenso”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al dirigente scolastico provinciale da parte di Livio Podrecca, presidente dell'Unione dei Giuristi cattolici di Piacenza.

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Dopo che i consigli di classe di una scuola media inferiore cittadina hanno approvato l’avvìo del progetto di educazione affettiva e sessuale “W l’amore”, forse ignorandone i contenuti effettivi, senza averne visionato i materiali didattici ed avendo cura di precisare a verbale che si tratta di iniziative a partecipazione facoltativa, a fronte del dissenso preventivo di alcuni genitori, la dirigente scolastica di tale scuola avrebbe affermato trattarsi di insegnamenti obbligatori, in quanto approvati dagli organi di istituto, e non soggetti a consenso informato. Da quanto (a fatica) riuscito a percepire, la dirigente avrebbe anche impropriamente citato una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (incompetente in materia), per affermare – genericamente – che gli indirizzi scolastici possono anche essere in contrasto con le convinzioni religiose dei genitori dei discenti di minore età, ma non per questo possono essere impediti. A quanto consta, tuttavia, la frequenza di corsi in materia extracurriculare, anche se deliberati dagli organi scolastici, non può essere imposta ai genitori dissenzienti. In materia di educazione sessuale, poi, dove negli incontri può con gande probabilità accadere di trattare dati sensibili (la vita sessuale) degli alunni minori, risulta sussista l’obbligo di acquisizione del consenso informato dei genitori, non essendo lo stesso compreso né nelle autorizzazione generali rilasciate dal Garante Privacy, né nel decreto ministeriale che regola, per l’appunto, tale consenso nella scuola. La questione non è di poco conto, se si considera che la violazione delle norme in materia di privacy comporta sanzioni amministrative pesantissime, ed in qualche caso può attingere rilievo penale. La materia è certamente delicata e complessa, ed è in corso di adeguato approfondimento che imporrebbe, si ritiene, da parte di tutti una certa prudenza, soprattutto in presenza di una diffusa ostilità genitoriale al progetto, via via che ne emergono i veri contenuti. In un tale quadro, ed in attesa di una sua compiuta definizione dal punto di vista giuridico, la posizione della dirigente scolastica in questione pare quindi oggettivamente imprudente, esponendo teoricamente sé stessa – se quanto sopra risulterà corrispondere al vero -, gli altri dirigenti scolastici che dovessero imitarne la condotta, come pure gli insegnanti ed operatori coinvolti, al rischio di subire le azioni di cui sopra, eventualmente con pretese risarcitorie, da parte dei genitori, soprattutto da quelli non adeguatamente informati dei contenuti del progetto “W l’amore”, iniziativa che, come già detto, costituisce un vero e proprio progetto di trasmissione di contenuti pro-gender, nel tentativo di espropriare i genitori del diritto – dovere di educare i figli che, come anche di recente ricordato, compete prima di tutto a loro. Si invita nuovamente il Dirigente Scolastico Provinciale Prof. Rondanini a vigilare attentamente sulla corretta applicazione delle procedure da parte dei dirigenti scolastici, per evitare gli inopinati sviluppi contenziosi, a cui sopra si è fatto indicativo accenno.